Sandro Cois a SuperNews: “Fiorentina? Non retrocederà, ma dovranno cambiare tante cose. Il Torino di Nicola penalizzato dai casi Covid. Attenzione al Milan, che non molla”
SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Sandro Cois, ex centrocampista della Fiorentina, ma anche di Torino e Sampdoria. Il nostro intervistato ha ricordato ai nostri microfoni i momenti più significativi della sua carriera, come la vittoria della Supercoppa Italiana nel ’96 con la Fiorentina, della Coppa Italia, vinta con la maglia granata nel 1993 e nel ’95-96 con quella della Viola, ma anche quelli meno felici, come la finale persa dal suo Torino contro l’Ajax nella Coppa Uefa del 1992. Cois si è anche espresso sul periodo complesso che le sue due ex squadre stanno affrontando in questa stagione e sulla papabile vincitrice dello scudetto.
Sandro, sei stato centrocampista di due squadre attualmente in difficoltà nel nostro campionato: Torino e Fiorentina. Con il Torino hai iniziato nelle giovanili e hai vinto, anni dopo, anche una Coppa Italia nel 1993, sotto la guida di Mondonico. Che ricordi hai del periodo granata? Devi al Toro la tua affermazione come giocatore di Serie A?
Sono arrivato a Torino all’età di sedici anni. Ho giocato nella primavera dei granata per poi esordire, nel 1991, con la prima squadra. Se ho avuto l’opportunità di diventare professionista la devo al Torino, che mi ha scoperto in un piccolo paese del Piemonte. Ho dei bellissimi ricordi, come la vittoria della Coppa Italia, una vittoria storica, poiché all’epoca era una competizione più difficile di quella di oggi: affrontavi subito squadre forti e compatte, invece ora si parte giocando anche con squadre più accessibili. L’unico rammarico che ho legato alla mia esperienza granata è la finale di Europa League del 1992 persa contro l’Ajax.
Come ricordi, a distanza di anni, questa dolorosa sconfitta contro l’Ajax? Che sensazioni prova un professionista in quei momenti?
Sono momenti brutti. A quei tempi non si disputava una partita unica, ma c’era andata e ritorno da affrontare. Siamo riusciti a perdere una finale senza perdere una partita, poiché il match di andata, disputato in casa, terminò 1 a 1, mentre al ritorno, ad Amsterdam, finì 0 a 0. Purtroppo, ci fu negato anche un rigore, che probabilmente oggi, con l’aiuto del VAR, ci sarebbe stato concesso. La delusione è rimasta, poiché quella fu un’occasione straordinaria.
Che effetto fa vedere il Torino lottare per la salvezza? Il Toro di Nicola è stato penalizzato dal focolaio Covid o ci sono problemi strutturali all’interno della società o della rosa?
Credo che il Torino abbia avuto grossi problemi con il precedente allenatore, Marco Giampaolo. La società ci ha impiegato anche un po’ troppo nel prendere la decisione di sostituirlo. Nicola credo abbia avuto difficoltà a causa dei casi di positività al Covid di tanti giocatori. Con lui è tornato lo spirito granata, è tornato “il cuore Toro”. Tuttavia, quando non si dispone della rosa al completo, è difficile gestire una squadra come il Torino, che ha una rosa lunga ma che non ha giocatori importanti per competere. Quindi sì, credo che Nicola sia stato penalizzato soprattutto dal Covid.
L’altro club di cui hai fatto parte è stato la Fiorentina. Con i Viola hai collezionato circa 144 presenze, hai vinto una Coppa Italia nel 1995-1996 e una Supercoppa Italiana nel ‘96. Come definiresti la Fiorentina dei tuoi tempi? Qual era il suo punto di forza?
La Fiorentina dei miei tempi era una grande squadra. Eravamo un gruppo forte e ci siamo tolti grandi soddisfazioni. A Firenze ho vinto una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, perdendo altre due finali in queste stesse competizioni. E’ stato un bellissimo periodo. Quando con un club vinci tanto, i ricordi e le vittorie rimangono nel cuore. Quella Fiorentina non era paragonabile a quella attuale.
Infatti, in questo periodo, la Fiorentina di Commisso è al centro dell’attenzione per via di un rendimento discutibile. Prandelli ha recentemente dichiarato che “la società dovrebbe farsi un esame di coscienza” e che “sono tre anni che la viola lotta per non retrocedere”. Che cosa ne pensi di questa situazione? Bisogna attribuire la colpa di questi risultati a qualcuno o a qualcosa in particolare?
Quando le cose vanno male, non c’è mai un solo responsabile. Si è trattato di un insieme di fattori: una gestione sbagliata, la scelta di alcuni giocatori, che secondo me non sono adatti al progetto della Fiorentina. La responsabilità di questi risultati va divisa tra tutti: dirigenti, calciatori, allenatori. Credo che la Viola debba cambiare tante cose il prossimo anno e darsi degli obiettivi principali, come quello tornare in Europa, cosa che negli ultimi anni, da quando la società è in mano a Commisso, non c’è stata.
Il tuo ricordo calcistico più significativo?
Di ricordi significativi ne ho avuti tanti. Se devo sceglierne uno su tutti, dico la partecipazione ai Mondiali del ’98, che considero l’apice della carriera di un calciatore.
Domenica il Torino affronterà la capolista della Serie A, l’Inter. I nerazzurri hanno ormai spiccato il volo o il campionato è ancora aperto?
Penso che l’Inter possa perdere lo scudetto esclusivamente da sola. I nerazzurri degli ultimi tempi sono imbattibili. L’Inter ha cambiato modo di giocare: all’inizio, era una squadra che pressava molto alto, e inevitabilmente tendeva poi a subire ripartenze e prendere gol, invece oggi ha imparato a difendersi. La difesa nerazzurra è impenetrabile. Gli uomini di Conte sono bravissimi nelle ripartenze e hanno grandi giocatori, come Lautaro, Sanchez e Lukaku, che fa reparto da solo. L’unica cosa a cui l’Inter deve fare attenzione è alla caparbia del Milan, che non molla e che anche ieri ha dimostrato il suo valore in Europa League contro il Manchester United.
Domani, alle ore 18.00, la Fiorentina affronterà il Benevento. Quanto conta vincere questa partita per i Viola?
Innanzitutto, non credo che la Fiorentina possa retrocedere. Ci sono troppi punti di distacco dalla terzultima in classifica. Sicuramente, però, deve stare attenta. La partita di domani è più importante per il Benevento, che in caso di vittoria farebbe un bel passo in avanti e staccherebbe lo Spezia e il Torino. Ricordiamo che i granata hanno due partite in meno, ma non sono due match facili, perché uno di questi sarà all’Olimpico contro la Lazio. L’unica squadra che uscirà presto dalla zona retrocessione è il Cagliari, una squadra che è molto cambiata e che adesso ha trovato compattezza. Tornando alla Viola, se la Fiorentina dovesse vincere regalerebbe un po’ di serenità all’ambiente, ma quella contro il Benevento non la considero una gara fondamentale.
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