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Memory ~Silvio Cei: “il Messina, la Roma, la Sud, l’infortunio. Sempre tifoso vostro”

Erano gli anni del “Celeste” e del mitico Franco Scoglio, allenatore trascinatore e precursore dei tempi. Stagione 1985/86, con la maglia numero tre giocava Silvio Cei e il Messina volava ottenendo la meritata promozione in serie B. Il terzino sinistro, nativo di Firenze, inanello’ 24 presenze segnalandosi per impegno e bravura. Poi, un infortunio che gli stronco’ la carriera. Silvio Cei non ha mai chiuso i ricordi in riva allo Stretto dentro ad un cassetto, anzi ha continuato a tifare per il Messina.

Silvio, sei stato fra i principali artefici del ritorno in serie B dei biancoscudati, con il mister Franco Scoglio a guidarti. Cosa ricordi di quella stagione?

“Fu una stagione esaltante e fra i ricordi più belli menziono la vittoria in Coppa Italia contro la Roma per 1-0.”

Quale fu la partita della svolta in campionato?

“Credo quella contro il Licata. Vincemmo fuori dalle mura amiche per 3 – 1. Una bella prova di forza, di una squadra che possedeva tutti i crismi per vincere il torneo.”

Quali compagni di quell’annata trionfale ricordi con piacere?

“Conservo di tutti un ottimo e bel ricordo. Una menzione particolare per Augusto Bonacci. Un grande amico.”

Cei con la maglia del Messina

Fu una stagione trionfale per il Messina che, però, fu segnata dal tuo grave infortunio a Perugia…

“Giocammo in campo neutro a Perugia contro la Ternana, dovetti abbandonare il terreno di gioco per un infortunio al ginocchio. Tornato a Messina mi curarono con delle infiltrazioni di cortisone, invece di effettuare un’artroscopia per valutare l’entità del danno. Il cortisone mi rovino’ la cartilagine. Io non mi arresi e pur di tornare a giocare mi sottoposi a ben quattro interventi in otto mesi, pagai le spese di tasca mia, ma dovetti alzare bandiera bianca.”

Adesso l’Acr Messina lotta per tornare in serie C. Segui ancora i peloritani?

“Certamente. La gente del “Celeste” e della città non si dimentica. Sono stati tutti fantastici nei miei confronti. Ho avuto la fortuna di toccare con mano il senso di ospitalità e solidarietà dei messinesi. Grandi persone. Il Messina si può solo portare dentro.”

I tifosi messinesi non ti hanno mai dimenticato e quelli che hanno vissuto gli anni ’80, spesso recitano la formazione che valse la serie B come una filastrocca. Vuoi spedire loro, un saluto?

“Stiamo vivendo un momento davvero difficile con gli stadi vuoti e problematiche sociali preoccupanti. Se fossi dovuto scendere in campo di questi tempi, senza tifosi sugli spalti, molto probabilmente avrei preferito non giocare. Quando esultavo lo facevo con il cuore senza secondi fini, ero felice per i sostenitori che vedevano e credevano nel Messina.

Saluto tutti i tifosi e in particolare il mio amico Gianni Irrera e la sua famiglia, un grande legame nato fuori dal calcio. Grazie a tutti per lo splendido periodo che mi avete regalato.”