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MEMORIE | Nel segno di “ZEMANLANDIA”

Nella foto di sinistra siamo nel luglio del 1988. L’allora presidente dell‘Acr Messina  il Cav. Turi Massimino dovendo sostituire il liparoto Prof. Franco Scoglio, da anni sulla panchina dei biancoscudati e divenuto simbolo  del Calcio Messina per via di stagioni indimenticabili  condite da un senso di messinesità impetuosa e stravagante pensa di affidare la continuità ad un boemo glaciale con cittadinanza italiana dal 1968 di nome Zdeněk Zeman.    Da anni col suo calcio originale,  spregiudicato e offensivo aveva attirato le attenzioni e la curiosità di tutti i calciofili italiani e stranieri. Silenzioso, sornione, interiormente eccentrico e creativo, modello e bandiera di un calcio trasparente e pulito in ogni sua componente il “boemo di ghiaccio“, approda a Messina e in un solo anno fa tanti proseliti anche in riva allo Stretto fra gli amanti del bel calcio. Resterà in giallorosso solo un anno. Le strade fra Zeman, Massimino e i messinesi si divideranno ma il suo marchio di grande  allenatore e uomo resterà impresso per sempre  in ogni angolo calcistico della città. Il suo futuro sarà  da protagonista assoluto per via dei suoi dogmi sempre netti e agghiaccianti e del suo modo di intendere il mondo dello sport in genere. Sempre limpido e sereno nel lanciare le sue frecciate verso i “peccatori”  è riuscito a farsi amare anche dai suoi periodici detrattori .

ALT ! ALT ! ALT ! Non vogliamo cimentarci nel “TUTTO ZEMAN” sarebbe impossibile,  da presuntuosi  e utopisti.

VOGLIAMO lasciarvi così. Da soli, a ripercorrere nell’intimità dei vostri ricordi quanto IL BOEMO vi ha lasciato e la foto di destra vi offre l’occasione inattesa ma significativa ed emozionante.

Sulle orme del padre arriva a Messina, oggi 6.11.2019, Karel, figlio di Zdeněk, primogenito, seguace e anche lui, evidentemente, allenatore di calcio. Figlio di un padre avvicinabile ma forse inimitabile, Karel viene scelto dal presidente dell’Acr di oggi Pietro Sciotto ( la foto benaugurante  per la somiglianza con Massimino) per aggiustare una squadra e un ambiente che da anni fa a pugni con se stesso per tornare ai fasti di un tempo ormai lontano.

Anche di Karel non vogliamo  raccontarvi niente. Pur volendo, troppo giovane il ragazzo (42 anni) per poter essere raccontato. In questo caso sarà lui a farlo dalla panchina e sul campo  e ci auguriamo che “il piccolo boemo-palermitano”   possa avvicinare e rinverdire in versione 2019 i valori e la tenacia silenziosa ma efficace del padre.

Vorremmo tanto che a scrivere una nuova storia, finalmente leggibile, fosse un ragazzone figlio di quella “ZEMANLANDIA” che tanti concetti e messaggi ironici ma duri ha regalato al calcio italiano.  Certo che il compitino per Karel sarà impegnativo ma se è vera la citazione dei saggi “LA MELA NON CADE MAI LONTANA DALL’ALBERO” dovremmo farcela.

…..E vissero felici e contenti vecchi e giovani ZEMANIANI