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L’Acr Messina squadra in salute. Ci pensa l’Irccs Centro Neurolesi ad ogni esigenza sanitaria

A parte i punti che consentono all’ACR Messina di comandare la classifica del girone l di serie D grazie ad una buona struttura tecnica creata dagli esperti responsabili tecnici della squadra del presidente Sciotto e del socio Del Regno, ci sono altri numeri di sicura rilevanza  per il raggiungimento di obiettivi agonistici di prestigio. Questi numeri fotografano una precisa e professionale applicazione dei criteri dello staff che si occupa delle condizioni fisiche e sanitarie dei calciatori e dei tesserati dell’ACR. Non sarà un caso fortuito se il Messina risulta essere l’unica squadra a non aver subito conseguenze dall’attuale devastante contagio da covid19 in nessun suo componente. Un settore specializzato affidato a medici e operatori  dell’ l’IRCCS Centro Neurolesi “Bonino Pulejo” guidato dal Direttore Scientifico Prof. Placido Bramanti e dal Direttore Generale Vincenzo Barone  che ha messo a punto, accanto alla società calcistica,  un protocollo di intesa denominato “Salute e medicina dello sport” siglato lo scorso 10 agosto presso l’auditorium dello storico nosocomio di Contrada Casazza.

Prof. Bramanti come avete finora operato per il raggiungimento di questi risultati?
Con grande passione per il nostro lavoro e per lo sport in genere, abbiamo deciso di scendere in campo anche noi quest’anno, credendo fin da subito nella forza di questo progetto. Messina merita palcoscenici importanti e se da una parte sono i calciatori a calcare il rettangolo verde, dall’altra diverse componenti, tra cui il supporto sanitario, devono necessariamente rendere vincente un percorso. Ci siamo attrezzati schierando figure altamente professionali e di esperienza unitamente a strumenti  di alta tecnologia  presenti nel nostro IRCCS al fine di accelerare al meglio i vari percorsi riabilitativi degli atleti.

-Avete dovuto superare qualche problema organizzativo o di altro tipo?
L’emergenza Covid ha colpito sicuramente tutte le attività, calcio compreso. La sosta intermedia, necessaria, ha rallentato l’attività agonistica, ma non il nostro lavoro a supporto della squadra ed in particolare di qualche atleta che ha necessitato di questo stop forzato per recuperare ulteriormente la sua condizione fisica. Dal punto di vista organizzativo sono stati applicati tutti i protocolli previsti e attraverso il costante controllo con test sierologici e tamponi effettuati sia allo Stadio “Franco Scoglio” che presso il nostro laboratorio di Neurobiologia Molecolare guidato dalla Dott.ssa Emanuela Mazzon, siamo riusciti a far si che il monitoraggio sia stato capillare e certosino evitando, ad oggi, casi di positività.

Il gruppo sanitario e operativo dell’IRCCS

È stata puntuale la collaborazione della squadra e della società?
Con il Presidente Sciotto e i Soci Del Regno e Bove c’è stata subito una forte intesa. Dialoghiamo quotidianamente sull’andamento delle condizioni fisiche dei ragazzi. Giornalmente riceviamo rendicontazione degli atleti attraverso il nostro team di Medici in perfetta sinergia con il Massofisioterapista dell’Acr, Carmelo Cutroneo, che vive in prima persona lo spogliatoio e che ci sta dando una grossa mano per comprenderne defezioni e criticità riscontrate durante gli allenamenti o nei post partita, il più delle volte condizionati da pesante terreni di gioco che questa categoria mette a disposizione.

– C’è anche la componente sacrificio da parte dei ragazzi accanto a questi percorsi protocollari?
Il nostro oltre ad essere un supporto assistenziale è anche uno studio di ricerca che sviluppiamo attorno a soggetti prevalentemente giovani e pertanto abbiamo riscontrato molta disponibilità in tutti. Alcuni atleti, già fin dal ritiro pre campionato di Polla, si sono messi subito a disposizione. Abbiamo trattato alcuni casi importanti, come l’infortunio di Simone Addessi che da subito si è fidato e affidato al nostro team lavorando sodo e con grande spirito di sacrificio recuperando in tempi celeri. Stesso discorso potremmo farlo per altri calciatori quali Arcidiacono, Manfrellotti, Foggia, Giofrè, tutti sempre puntuali agli appuntamenti riabilitativi che cerchiamo di inserire nei nostri già folti planning, in fasce orarie consone ai pre o post allenamenti stabiliti da Mister Novelli, persona di grande carisma e preparazione con cui spesso ci sentiamo per seguire un percorso parallelo.

-La struttura IRCCS non si ferma comunque a questo rapporto antipandemico ma assicura una attenzione sanitaria tutto campo?
E’ proprio il caso di dirlo. Questa estate in occasione della presentazione del protocollo d’intesa, abbiamo presentato anche tutto lo staff del nostro Centro che abbiamo messo a disposizione per questa stagione sportiva. I Dottori Francesco Speciale, Antonio Duca e Vincenzo Cimino oltre a supportare gli atleti durante la settimana con un team di Fisiatri, sono anche i tre medici che seguono la squadra in panchina sia in casa che in trasferta. Fisioterapisti e professionisti in Scienze Motorie completano il quadro di un’equipe collaudata e che ha sposato in pieno la causa giallorossa.

I risultati raggiunti fino ad oggi sono rassicuranti per il futuro dell’attività o il rischio è sempre dietro l’angolo?
Il nostro è un percorso. La squadra sul campo, noi col nostro lavoro. Il rischio è sempre dietro l’angolo, nonostante i risultati fin qui ottenuti. Diciamo che in tal senso ci sentiamo paralleli a ciò che vedete in classifica. E’ chiaro che l’attenzione è massima. Il periodo storico a messo a soqquadro tutto ciò che prima reputavamo “ordinaria amministrazione”. La collaborazione di tutti, giocatori e staff in primis, è fondamentale.

– Sembrerebbe che le altre squadre anche di serie superiore abbiano sbagliato qualche passaggio.
Lo dicevo prima. La collaborazione e l’attenzione parte dei ragazzi e di tutto lo staff è prioritaria. I picchi pandemici viaggiano a ondate e per periodi più o meno intensi. Evitare gli assembramenti, usare tutti i dispositivi di protezione e un’igiene costante sono alla base. I passaggi non sono poi cosi diversi dal quotidiano. Se qualcosa è andato storto altrove è soltanto riconducibile ad un errato passaggio in tal senso.

Chiudiamo quindi con un consiglio, viste le condizioni attuali della pandemia agli uomini di sport e alle comunità di ogni tipo.
Parlo da medico e a 360°. Il principio è unico per tutti. Sportivi e non. Assistiamo a una circolazione vivace del virus e i numeri non tendono a calare. È il momento di rafforzare l’impegno: la mascherina va portata sempre, tranne che in casa e nella propria macchina se si è soli. Se si usa il car sharing meglio indossarla. Lavare e disinfettare le mani più spesso possibile. Il virus viene trasportato da goccioline pesanti che tendono a cadere rapidamente: ecco perché la distanza di due metri ci protegge”. Mettere dei limiti a feste private di ogni genere è prioritario nei prossimi mesi, in quanto si tende a stare senza mascherina e a parlare ad alta voce. Urlare e cantare sono i modi migliori per diffondere l’infezione. La vita notturna va reinventata, altrimenti il virus continuerà a circolare tra i giovani adulti e alcuni di loro arriveranno alla forma grave della malattia. Inoltre i giovani possono contagiare parenti, amici e colleghi più in là con gli anni. Per un po’ certe cose non si potranno fare, vanno cercate soluzioni alternative e creative in attesa di ricevere tutti il vaccino.