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DI PALMA: “Dal Milazzo ai mondiali vincendo nel Messina. I miei ricordi”

Vincenzo Di Palma, classe 1952, ha vestito con professionalità e bravura la casacca del Messina per tre anni.

Nella stagione 1985/86, consegue la storica promozione in serie B, con Scoglio in panchina.

Di Palma arrivava dalle esperienze con la Nuova Igea e il Milazzo e aveva già superato la soglia dei trent’anni.

Una volta appese le scarpette al chiodo, l’ex estremo difensore nativo di Bacoli, intraprende una brillantissima carriera di allenatore dei portieri, arrivando sino al mondiale in Brasile.

Tante le soddisfazioni ottenute insegnando calcio.

Attuale docente del settore tecnico della FIGC, Vincenzo Di Palma,  si trova attualmente a Milazzo, dove risiede e dopo aver interrotto il solito allenamento giornaliero, con la consueta disponibilità che lo contraddistingue, risponde alle nostre domande.

Mister, intanto, complimenti per una carriera da istruttore che è stata e sarà ricca di successi…

Gigi Buffon

Effettivamente sono soddisfatto del lavoro svolto. Sono partito dalla Reggina con Nevio Scala, per arrivare a Parma e Verona con Prandelli. Con i ducali siamo riusciti a vincere una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea e una Coppa Italia. Ho lanciato a 17 anni, Gigi Buffon. Ho sempre creduto nelle sue potenzialità e la sua carriera mi ha ripagato della scelta intrapresa.

In seguito ho partecipato alla spedizione del mondiale in Brasile, agli Europei, alla Confederetion Cup e ho allenato anche all’estero i turchi del Galatasaray e in Arabia.

Hai istruito diversi portieri. Quali ricorda con piacere?

Detto di Buffon un vero talento, ricordo il portiere brasiliano Taffarel, poi Bucci, Frey, Storari e prima ancora Giovanni Galli e Ferron.

Hai lavorato con diversi allenatori. Con chi ti sei trovato meglio?

Marco Storari

Diciamo che con Scala c’era un bellissimo rapporto. Nevio è una persona dotata di grande umanità e con lui sono stato dieci anni fungendo da allenatore in seconda e preparatore dei portieri.

Prandelli è una persona disponibile e sempre pronta al dialogo. Tecnico preparato e attento. Poi ricordo con piacere Mario Beretta e Pasquale Marino.

Quali sono state, invece, le soddisfazioni più grandi da calciatore?

I tre anni a Messina sono stati indimenticabili. Ho bellissimi ricordi, specialmente gli ultimi due con Scoglio.

In casa vincevamo tutte le partite, eravamo praticamente imbattibili. L’anno della promozione, si infortuno’ Nieri e giocai 17 partite. I tifosi mi applaudivano sempre e ci spinsero ad una vittoria del campionato che entrò nella storia.

Ricordi i festeggiamenti?

La città era impazzita, caroselli di macchine per Messina con bandiere e sciarpe. Piazza Cairoli giallorossa. Dopo la vittoria contro il Cosenza, iniziò una festa indimenticabile.

Enrico Nieri

Hai avuto Franco Scoglio come allenatore e ottimi  compagni di squadra…

Il Messina di quegli anni era una squadra di grossa qualità. In panchina sedeva un allenatore preparato che aveva precorso i tempi. Scoglio era arrivato prima degli altri sul pezzo. Curava ogni minimo dettaglio, anche quello psicologico. Organizzava il lavoro in modo maniacale. Lo avevo avuto nella Reggina nella stagione 1966/67, allora faceva parte dello staff tecnico.

Per quanto concerne la squadra, in quegli anni mi sono ritrovato con gente del calibro di Bellopede, Repetto, Caccia, Catalano, Napoli, Schillaci, Orati, Rossi, Colaprete e Vendittelli. I calciatori citati non avrebbero problemi di questi tempi a giocare in categorie superiori.

Infine, vorrei ricordare con grande affetto il presidente Massimino, il massaggiatore Ciccio Curro’ e il dottore Ricciardi. Persone che a quell’epoca hanno contribuito alla rinascita del Messina.

L’anno successivo alla scalata in cadetteria, passasti alla Reggina…

Si, anche con la Reggina. conservo ottimi ricordi. Mi sono fermato per ben 7 anni. Con Scala, la mia vita professionale è cambiata. Vi erano anche ottimi dirigenti. In Calabria mi sono trovato veramente bene.

Dopo l’exploit in serie A, il Messina ha intrapreso un lento declino. Quali sono le basi per poter tornare in alto?

Bisogna progettare, organizzarsi per avere continuità. Purtroppo il Sud paga queste carenze. Non è un caso che diverse squadre annaspano nelle categorie inferiori.

Di Palma a Coverciano

Il presente parla di un Vincenzo Di Palma impegnato come docente…

Insegno a Coverciano e attualmente siamo alle prese con il primo corso pilota per istruttori dei portieri. In Europa si potrà allenare sino alla Primavera, in Italia sino ai dilettanti.

Gli estremi difensori devono essere formati. Troppe volte alcune scuole calcio lasciano spazio all’improvvisazione nuocendo sui ragazzi. I portieri vanno allenati ed educati sin da piccoli ad un ruolo molto difficile. Questo corso per istruttori interesserà anche Campania, Calabria e Sicilia.

Vuoi spedire un saluto ai tanti tifosi che ti hanno seguito in questi anni?

Li abbraccio tutti e non li dimenticherò mai. Gli appassionati di Igea, Milazzo, Messina e Reggio li porterò sempre nel mio cuore.

Questo è Vincenzo Di Palma, un grande professionista partito da calciatore dai dilettanti con i suoi guizzi felini, per arrivare da istruttore stimato sino alla Nazionale. Un allenatore che insegna veramente il gioco del calcio.