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ASD Taormina | Luigi D’alessandro: “Chi non vive lo spogliatoio non può capire quanto ci manchi il calcio giocato”

ll padel in coppia con Giovanni Cardullo, il ricordo dei successi passati e uno sguardo al futuro. “Chi non vive  – dichiara il Team Manager Luigi d’Alessandro – lo spogliatoio non può capire quanto ci manchi il calcio giocato. L’emozione di un gol, di una giocata, ma anche il sorriso di quelli che sento come compagni di squadra, perché io, pur non giocando, mi sento uno di loro. Manca tutto, anche i momenti di tensione o di scontro che possono esserci”. “Questo stop è stata una mazzata per società come la nostra: avevamo iniziato bene e fatto le cose in grande per vincere subito il campionato di  Promozione”. 

Collante autentico tra squadra, staff tecnico e società, D’Alessandro racconta come i ragazzi, ma non solo, stiano vivendo questo lungo periodo di assenza di calcio giocato: “Già al momento dello stop dello scorso anno – dice – i ragazzi che vivono di calcio erano pieni di incertezze, anche sul tema degli aiuti economici che per loro sono fondamentali. Il nuovo blocco, dopo la ripartenza della scorsa estate, è stato una mazzata, anche per noi come società, perché avevamo iniziato bene e fatto le cose in grande per vincere il campionato. Conquistare la categoria sul campo non è come un’eventuale iscrizione d’ufficio in Eccellenza o un ripescaggio, ma è pur vero che una società come la nostra, che ha un obiettivo ben preciso da raggiungere, non può permettersi di perdere un anno e ritrovarsi ancora in Promozione”.

Dal rapporto con la squadra all’emozione della partita, la vita dello spogliatoio manca a chi fa del calcio la propria passione più grande: “Chi non è dentro non può capire – prosegue D’Alessandro – manca tutto, l’emozione di un gol, di una giocata, ma anche il sorriso di quelli che sento come miei compagni di squadra, perché, io pur non giocando, mi sento uno di loro. Mancano anche i momenti di tensione, di scontro che ci possono essere tra di noi: chi non è dentro la vita dello spogliatoio, ripeto, non può capirla”.

Anni di successi per D’Alessandro vissuti con Lo Re e Cardullo con il Città di Messina e proprio in questi giorni ricorrono gli anniversari della promozione in Serie D e della salvezza in quarta serie nel playout con il Locri: “Il ricordo più bello è sicuramente quella salvezza in Serie D – continua il team manager biancazzurro – le promozioni hanno rappresentato emozioni bellissime, ma la salvezza mi è rimasta più dentro. Era un campionato forse troppo grande per come eravamo strutturati, ma l’abbiamo affrontato alla grande e potevamo anche salvarci prima. Maurizio Lo Re è un martello, non lascia niente al caso, non gli sfugge nulla e il merito dei risultati ottenuti è il suo, legato a quel suo modo di fare che ha trasmesso a cascata al direttore Cardullo, a me e a tutti gli altri”.

Giocatore, allenatore, team manager, negli anni D’Alessandro ha ricoperto tantissimi ruoli, ma nel futuro c’è ancora un desiderio da esaudire: “Quando ci sarà nuovamente l’opportunità – conclude – voglio fare il corso da allenatore. Mi sto aggiornando per farmi trovare pronto, anche se per chi come me ha un lavoro, non è facile conciliare le due cose. Il ruolo da team manager è più adatto alle mie esigenze lavorative e familiari, però mi piacerebbe tanto poter allenare in futuro, l’ho fatto e ho collaborato anche con mister importanti da cui ho cercato di imparare il più possibile”.