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Quando il “Domenico Savio” era il mio oratorio

Il 12 giugno del 1954, il giovane Domenico Savio veniva proclamato Santo.

Il pensiero corre ai tanti istituti salesiani distribuiti nel mondo e al primo maestro San Giovanni Bosco.

A Messina l’oratorio Domenico Savio e’ stato un punto d’incontro fisso e di riferimento per bambini, adolescenti e giovani uomini.

Tanti sono i ricordi che fra le mura della struttura di Via Lenzi hanno fatto storia.

Le partite di calcio nei tre cortili e gli innumerevoli iscritti che giornalmente frequentavano l’oratorio hanno accompagnato le giornate di una Messina che adesso è cambiata. Saranno i posteri a dire se in meglio o in peggio.

Prossima, prossima della prossima, prossima della prossima della prossima e così via. Le squadre, composte dopo il fatidico tocco da sei, massimo sette piccoli calciatori rincorrevano divertendosi, un pallone che allora era il principale protagonista delle liete giornate. Non vi erano classi sociali, colori, distinzioni. Ore 16:30, pronti via! Attenzione, però, per poter essere tra i primi bisognava essere davanti al portone dell’oratorio almeno un’ora prima. Poi, ecco don Pippo e siamo qua!

Ore 17.00, in arrivo con il fischietto, la piccola sosta. La preghiera tutti intorno al Don e poi si ricomincia!

Ai lati del campo principale, il basket e anche lì si giocava. Volavano le pallonate da tutti i lati e le risate si sprecavano come gli scivoloni e le cadute. Nelle sale si poteva giocare anche a Calcio Balilla e ping pong (allora si chiamava così). Alle 20. 00 si continuava ancora a dare calci ad un Tango sino allo spegnimento dei riflettori.

Ad accompagnare la giornata, tante altre attività. I vari gruppi, Teatro, Musica con i Diapason, gruppi di preghiera, gli scout.

Accadeva che i preti salesiani erano veramente tuoi amici con cui chiacchierare e che quando mancavi per qualche giorno ti telefonavano a casa per sapere se stavi bene (allora i telefonini erano ancora pochi).

Poi c’erano i tornei di calcio ed Alfio era pronto a segnare sul suo foglietto marcatori e risultati.

Formidabili alcune formazioni di calcio con talenti che successivamente raggiunsero il mondo professionistico. Scuola calcio un fiore all’occhiello.

Il volley andava forte e la squadra veleggiava in serie D.

E le festività? Il giorno dell’Immacolata, dopo la funzione religiosa, l’immancabile cioccolata calda che veniva distribuita anche la sera di Natale. Baci, abbracci, sorrisi. Una seconda famiglia.

Infine, le domeniche. Prima la messa, poi il calcio, poi la partita del Messina.

Unico giorno in cui il “Domenico Savio” rimaneva chiuso, il lunedì,  ma i ragazzi non si perdevano d’animo e giocavano o scambiavano qualche parola nel marciapiede che lo circondava, non disdegnando qualche capatina alla vicina salumeria Mexico per un arancino.

Quanti ricordi, quante emozioni, quanti amici. Tutti cresciuti insieme, durante l’anno, perché dopo c’era il Grest e il cinema all’aperto. Quante gioie  tutte racchiuse nell’anima di ogni ragazzo di Don Bosco che con il suo sorriso, li accoglieva facendoli accompagnare nel loro cammino da  San Domenico Savio un giovane come loro entrato nel cuore di chi non dimentica.