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Il Jiu Jitsu brasiliano come stile di vita

Cosa è per te il BJJ e come hai iniziato a praticarlo?

Ho iniziato a praticare il BJJ nel 2015. ci dice Francesca Lucia, che più di quindici anni fa ha praticato Karate Kyokunshi cintura blu di Brazilian Jiu Jitsu presso il Ground Pressure Team Messina, Inizialmente mi sono avvicinata a questo sport per curiosità ma anche, non nascondo, con qualche perplessità. Ciò che subito mi ha attratto è stata l’atmosfera che si respirava sul tatami durante l’allenamento, un perfetto mix tra marzialità, disciplina, condivisione e divertimento.

Vedevo persone lottare tra loro con il sorriso, divertirsi nel farlo anche con grande intensità e questa cosa mi ha molto colpito.
Ho, quindi, deciso, seppur con qualche riserva mentale, di non limitarmi a stare a guardare ma di provare e da subito la sensazione di benessere dell’umore che ho provato a fine allenamento mi ha completamente catturata.
Da quel giorno il BJJ è diventato il mio supporto costante: mi scarica e mi ricarica ad ogni allenamento, mi distrae dai pensieri quotidiani, mi rigenera, mi rafforza, mi aiuta nella conoscenza di me stessa, sviluppa i miei punti di forza, mi insegna a superare i miei limiti e soprattutto mi diverte!


Quali vantaggi porta a chi pratica questa disciplina?

L’elenco dei vantaggi sarebbe infinito!
Il Bjj è uno sport assolutamente completo che coniuga tutte le esigenze, dal benessere psichico a quello fisico generale.
L’allenamento migliora il tono e la forza muscolare, sviluppa elasticità, coordinazione ed equilibrio, stimola la capacità cardio vascolare e la produzione ormonale, mantiene il corpo giovane, attivo ed efficiente, oltre ad aiutarti a perdere peso – ovviamente.
E’ un ottimo antistress. Quando lotti inevitabilmente svuoti la tua mente da tutto il resto focalizzando la tua attenzione sulla strategia, sul tuo corpo e su quel momento presente. Mentre ti alleni stai senza pensieri e dopo ogni allenamento i tuoi pensieri vengono serenamente rimandati al giorno dopo.
La definirei una disciplina complessa e complessiva che coinvolge tanto il corpo quanto la mente.
Personalmente, grazie al Bjj, ho acquisito una migliore consapevolezza del mio corpo e della mia mente ed un maggiore controllo di entrambi, risorse alle quali attingo spesso nel mio quotidiano.
Un ulteriore aspetto che ci tengo ad evidenziare è quello dell’importanza di questo tipo di allenamento nello sviluppo e nella crescita dei bambini e degli adolescenti.
Questo sport sviluppa una giusta dose di autostima e di sicurezza nei giovani, stempera l’aggressività, educa all’impegno, alla disciplina ed al rispetto verso sé stessi e verso gli altri. Aiuta i ragazzi nella socializzazione perché soddisfa il loro bisogno di “appartenenza”. E’ inutile nasconderlo, tutti i ragazzi ricercano il “branco”, il gruppo dal quale traggono forza, supporto e sicurezza. Il compito di noi adulti è quello di dar loro l’opportunità di inserirsi nel “branco” giusto all’interno del quale crescere con esempi e valori positivi.
I mesi del lockdown sono stati duri per tutti ma in particolare per i giovani che sono stati costretti a rinunciare alla scuola, ad ogni forma di socializzazione ed anche allo sport.
In quei mesi il nostro Maestro ed i nostri istruttori hanno cercato di non perdere mai di vista i ragazzi ed hanno studiato ogni soluzione possibile per star loro vicini, prima con allenamenti on line e poi, appena possibile, tutti insieme all’aperto. Hanno fatto di tutto per tenere unito il gruppo e mantenere alto l’entusiasmo nei ragazzi ed il risultato è stato che non appena è stato possibile si sono ripresentati tutti in palestra ancora più felici e determinati di prima.
L’aspetto della socialità del Bjj è, per me, uno dei più importanti. Ho riscontrato che in tutto il mondo il BJJ crea comunità dove le regole sono la coesione, il supporto reciproco, l’inclusione e l’integrazione di tutti.



Rispetto al judo per cosa si differenzia?
Il Jiu Jitsu brasiliano proviene dal judo ma i due sport si sono nel tempo evoluti diversamente pur mantenendo molte cose in comune. Sinteticamente potrei dire che pur essendo due discipline nelle quali si allena sia la lotta in piedi che la lotta a terra, nel Judo viene privilegiato l’allenamento in piedi in quanto la lotta a terra dura solo alcuni secondi mentre nel BJJ il combattimento in piedi prosegue al suolo ed anzi, come diciamo noi, inizia al suolo. Nel BJJ, quindi, vengono maggiormente allenate le tecniche di immobilizzazione e controllo a terra dell’avversario oltre che le varie tecniche di sottomissione.
Il BJJ, quindi, è uno sport che rispetto al Judo, per esempio, può essere praticato e, persino, iniziato a qualsiasi età perché è certamente meno traumatico e molto più adattabile alle condizioni fisiche specifiche di ciascun praticante.
Nuova campionessa italiana.

Come sei arrivata a questo traguardo e quali sacrifici ci sono dietro?

La preparazione di una gara richiede parecchio impegno e parecchie energie. Gli allenamenti sono quotidiani, si partecipa agli open mat, si sottopone il fisico e la mente allo stress emotivo che si affronterà in competizione. E’ quindi un periodo molto intenso che, peraltro, va coniugato con gli impegni lavorativi e familiari.
Durante la preparazione di ogni gara ci sono momenti in cui mi chiedo “perché lo faccio”. In realtà lo faccio perché mi piace, mi piace imparare a combattere quell’ansia positiva che sale all’improvviso, mi piace quel momento in cui sali sul tatami di gara, respiri e inizi il combattimento, mi piace mettermi alla prova e confrontarmi.
Quest’anno ho avuto un motivo in più per voler essere presente all’ultima competizione che si è svolta al Pala Mens Sana di Siena; ho tanto desiderato le competizioni durante i mesi di lockdown e, quando è stato di nuovo possibile, seppur con tante restrizioni, ho voluto gareggiare per scrollarmi di dosso questo brutto anno e mezzo trascorso.
L’ho fatto quindi con una convinzione mai avuta fino ad ora e con una determinazione che mi ha dato la lucidità per ottenere questa vittoria.
In più ho avuto l’opportunità di confrontarmi nella mia categoria di età ed essere lì ha consentito non soltanto a me ma anche alla mia avversaria di poter vivere questa esperienza. In Italia non sono molte le competitor cinquantenni; trovo, quindi, che iscriversi ad una gara sia quasi un “dovere morale” per chi ha la possibilità di farlo.

E’ utile parlando di difesa personale femminile?
Ritengo sia importante che ogni donna oggi impari le principali tecniche di difesa personale visto l’aumento di aggressioni ai loro danni ed il Bjj ha degli aspetti che lo rendono particolarmente adatto a questo scopo.
Sviluppando le tecniche di combattimento a terra ci si abitua ad essere offensivi da posizioni normalmente svantaggiate, ad esempio quando ci si trova spalle a terra o contro un muro oppure in posizione seduta (ad esempio dentro l’auto) rispetto ad un aggressore in piedi, situazioni tipiche delle aggressioni specie ai danni di una donna.
Un allenamento specifico di queste situazioni ti abitua alla difesa da una posizione che – nella normalità e se non specificatamente allenata – è tutt’altro che confortevole. Tutti siamo abituati a camminare in piedi e da questa posizione, se necessario, tutti sappiamo tirare un pugno o un calcio seppur in maniera scomposta e magari poco efficace. Viceversa nessuno di noi è abituato a muoversi a terra, ad attaccare da terra e chi acquisisce una buona padronanza di certe posizioni ha certamente un vantaggio.
Lottare a terra, inoltre, annulla le differenze in termini di peso e di forza che di norma c’è tra un uomo ed una donna. Ecco perché il BJJ è per antonomasia la disciplina del più debole che vince sul più forte.
In più è uno sport nel quale lo “sparring” ovvero il combattimento reale con un avversario tutt’altro che collaborativo, è una parte necessaria e costante dell’allenamento.
In occasione dello sparring hai la possibilità di sperimentare concretamente le tecniche ed adattarle alla situazione concreta. Ogni tecnica, infatti, provata con diversi avversari, va adattata oltre che alla tua conformazione fisica anche – e soprattutto – alle infinite possibilità di reazione dell’avversario.
Durante lo sparring, inoltre, sperimenti in maniera quanto più vicina alla realtà cosa si prova ad essere immobilizzati da un avversario, come ci si sente sotto il peso del suo corpo, come fare per gestire la mancanza d’aria che l’ansia di una aggressione provoca, simulazioni quanto più reali attraverso le quali alleni il tuo corpo ma anche il controllo della tua mente, imparando a mantenere la calma, a controllare il respiro, a non sentirti perso in certe situazioni e, soprattutto, ad uscire da certe brutte posizioni.
E’ mio fermo convincimento che un’arte marziale che non preveda lo sparring nell’allenamento non possa mai essere utile ed efficace per la difesa personale.


Obiettivi tuoi futuri?
Agonisticamente parlando, il mio prossimo obiettivo è partecipare al Campionato Mondiale di BJJ.
In futuro, mi piacerebbe arbitrare nelle competizioni ed organizzare un corso dedicato alle mamme che hanno voglia di scaricare stress, di migliorare la propria autostima, di mantenersi in forma e, soprattutto, di mettersi in gioco…sempre ed a qualsiasi età!
Ma il mio obiettivo principale rimane quello di continuare ad allenarmi ed a gareggiare a lungo ma soprattutto con la stessa gioia che mi ha accompagnata fino ad ora.