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Messina: il calcio è finito?

Da tifoso una domanda così secca mi darebbe un tremendo fastidio, una sensazione di vuoto allo stomaco, una rabbia interna da far star male. Oltre un decennio per trovarci al punto di partenza e non vado a sciorinare i nomi dei tanti che hanno tenuto la proprietà del Messina, non mi interessa, tra loro chi aveva cuore e non le potenzialità economiche, chi arrivava  da salvatore ed andava via da imbroglione, chi aveva le competenze ma non l’amore per questi colori, chi aveva la forza economica ma non la competenza. In tutto questo solo due promozioni che si, ci avevano riportato nel calcio professionistico, ma che non si sono volute o sapute sfruttare come trampolino di lancio per la risalita, anzi…

Rivediamo tutto come in un film, ma tutti questi anni ci hanno insegnato almeno una cosa, senza soldi e senza il coinvolgimento di tutti non si va da nessuna parte.

La situazione attuale dice che: l’Acr Messina, in questo momento, è in fase di rottura, dirigenti che abbandonano la nave che imbarca acqua e squadra che non trova un leader carismatico che trascini i compagni, classifica anonima ed incertezza sui prossimi arrivi di mercato. Football Club Messina in zona play-off, è innegabile la bravura di aver trovato un Paolo Carbonaro, nell’anno di grazia, che ha trascinato la compagine a suon di gol e di rigori, ma anche una società che non ha mai parlato di partecipare ad eventuali ripescaggi, dove conta poter disporre, oltre  che di  una rilevante storia alle spalle, di un congruo malloppo da devolvere alla Lega Calcio. Una società il FC  che, sempre in questo momento, non ha uno stadio perchè è quasi impensabile che possa usufruire del vecchio “Celeste” che Figc ed organi del Ministero dell’Interno, con gli attuali regolamenti, relegano al massimo a “campo per allenamenti” senza segnali di un diverso utilizzo a meno di “miracoli” accompagnati da un ancor più sostanzioso esborso di danari (da parte di chi?).

Via da noi l’intento di voler essere pessimisti, via da noi la voglia di mollare, ma le menti giovani ragionano ed agiscono in maniera diversa. Alcuni hanno conosciuto (o forse neanche) il Messina nelle langhe della D, altri quello che era arrivato addirittura nell’Olimpo della serie A, altri ancora hanno vissuto l’epopea della grande resurrezione della società di Aliotta con tante promozioni in pochissimi anni. Noi siamo di una generazione ancora precedente, quella che ha visto la D, ma anche tanta serie C ed anche un pò di B, noi, ormai, “abbiamo gli anticorpi a qualsiasi categoria, la rabbia di perdere in qualsiasi categoria, la voglia di voler vincere in qualsiasi categoria”.