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Jonathan Cento | Dal calcio al futsal, con il sogno della panchina giallorossa

Jonathan Cento, classe 88, allenatore tra i più promettenti nel panorama futsal della Sicilia orientale. In 5 anni di carriera 5 campionati vinti (comprese le giovanili) e una finale per il salto di categoria in C1 sfumata nell’ultima parte di gara.

Quando hai deciso che saresti diventato un allenatore?

“Credo da sempre. Ricordo quando mi chiedevano da piccolo cosa volessi fare da grande, la mia risposta spiazzava molti. L’allenatore appunto”.

Ma avrai coltivato la tua passione dentro al terreno di gioco o già da piccolo stavi a bordo campo?

“Certo, da piccolo ho fatto tutta la trafila del Camaro fino alla prima squadra in eccellenza. Ho giocato anche con la beretti dell’Igea Virtus e sono stato aggregato in prima squadra, facevamo la serie C2. Poi ci fu un cambio dirigenziale che portò al fallimento della società, così tornai al Camaro in eccellenza dove abbandonai dopo la prima partita di Coppa Italia”.

Quando hai legato la tua passione al calcio a 5?

“Il calcio a 5 è arrivato dopo l’ultima stagione con i neroverdi. Iniziai a giocare con lo Sporting Peloro in serie B, con una convocazione nella nazionale Under 21.  Dopo qualche interessante annata, decisi di intraprendere seriamente la carriera di allenatore, partendo dalla serie D con la Siac, avevo appena 25 anni”.

Dalla convocazione in nazionale alla panchina in serie D, un bel salto…

“Eh si, con molta soddisfazione tra l’altro. In quell’anno ottenemmo il record di punti con la miglior difesa d’Italia, tutte vittorie ed un solo pareggio. Da qui ottime esperienze con le giovanili vincendo vari titoli provinciali, perdendo la finale regionale con il Meta Catania. Con la prima squadra abbiamo fatto una grande cavalcata fino alla storica promozione in C1 (vedi video)”.

 

E adesso, l’esperienza in provincia…

“Si sono al secondo anno sulla panchina dell’Unico Comprensoriale di Taormina. Siamo una squadra giovane, con poca esperienza ma già abbiamo sfiorato il salto di categoria in C1, perdendo la finale playoff con un autogol nei minuti finali”.

Avete presentato domanda di ripescaggio?

“Si, la società e tutto l’organico meritano di confrontarsi con un palcoscenico più consono alle proprie capacità”.

Vedi un collegamento tra il calcio e calcio a 5 o sono mondi opposti?

“Sono due mondi opposti ma complementari. Dal mio punto di vista, la base tecnica di un un ragazzino bisogna costruirla grazie al calcio a 5 e lo stesso percorso lo dovrebbe fare un allenatore alle prime esperienze. E’ un po’ il percorso che ho fatto io, studiando e preparandomi ogni giorno. Ad oggi ho acquisito i titoli di allenatore UEFA C e UEFA B e la Patente di Calcio a 5. Mi manca Coverciano ma per quello c’è ancora tempo”.

Hai un sogno?

“Beh è facile dirlo, sogno di allenare il Messina in serie A, percorso utopistico per varie situazioni ma sognare non costa nulla”.

Ma Messina in serie A di calcio a 5 o di calcio a 11?

“Mi piacerebbe confrontarmi tra qualche anno con il calcio a 11 e quindi sogno di allenare la squadra della mia città nella massima serie. Per quanto riguarda il calcio a 5 difficilmente vedremo una Serie A a Messina. E’ una piazza difficile, manca il sostegno degli sponsor e gli impianti sono ormai da considerarsi un problema, più che una risorsa.