Primo Piano

Caro bollette: il Marullo rischia di staccare “la spina”

Le società dilettantistiche del territorio cittadino, prendendo atto della grave situazione che si è ricreata riguardo l’uso degli impianti sportivi del territorio per la disputa delle gare ufficiali e non solo, manifestano tutta la loro preoccupazione per la prosecuzione dei rispettivi campionati, dalla Promozione alla Terza Categoria.

Alla cronica mancanza di campi in cui potersi allenare, con il “Bonanno” dell’Annunziata che attende una nuova assegnazione della gestione ed è comunque privo di adeguata illuminazione, nelle scorse ore si è aggiunta la comunicazione giunta dalla Ssd Camaro, società che gestisce il “Marullo” di Bisconte, con la quale si informa che tutte le partite ufficiali potranno essere disputate solo nelle ore di luce naturale e senza la disponibilità di acqua calda negli spogliatoi.

Non entriamo nel merito delle problematiche che inducono il gestore ad assumere tali decisioni, perché gestire la struttura ha dei costi e l’incidenza della bolletta energetica impone scelte anche dolorose.

Da utenti appare però oltremodo evidente che la carenza di impianti accentua il problema e, nonostante gli sforzi economici e logistici delle nostre società, siamo adesso costretti a chiedere immediate risposte ai Dipartimenti competenti dell’Amministrazione Comunale per evitare la sconfitta di un intero movimento. Serve a poco aver recuperato il glorioso “Celeste” se tutto il movimento dilettantistico rischia di scomparire dal proprio tessuto di riferimento, per carenza cronica di spazi.

La questione impianti sportivi si trascina ormai da troppo tempo senza mai aver trovato concrete soluzioni, con idee tampone non risolutive. Il problema era stato sollevato lo scorso anno, in Aula a Palazzo Zanca, dai rappresentanti di Messana, Gescal, Atletico Messina, Riviera Nord, Juvenilia, Pgs Luce e Camaro. Dal Comune arrivò l’impegno a mettere a disposizione il campo “Bonanno” dell’Annunziata mentre la Città Metropolitana era stata incaricata di lavorare sul recupero della struttura esistente a Sperone. Ma tutto è rimasto in una condizione di precarietà e provvisorietà.

Speriamo, dicono le società,  che i nostri sacrifici, quotidiani, profusi per portare avanti i progetti sportivi, trovino seguito negli impegni presi dagli enti pubblici. Purtroppo, ad oggi, continuano a riproporsi i disagi e resta il problema nella propria interezza: fare calcio e sport a Messina sta diventando un’utopia.