“…Pio Esposito presto l’attaccante di riferimento della Nazionale. Brescia? Cellino ha fatto morire un patrimonio sentimentale e sociale”
ll giornalista de “La Gazzetta dello Sport” Nicola Binda ha concesso un’intervista esclusiva ai microfoni della testata sportiva News.Superscommesse.it. Nell’estratto che segue, Binda condivide le sue opinioni in merito alle favorite per la prossima stagione di Serie A, al miglior colpo di mercato effettuato fino ad ora, al generale livello degli attaccanti italiani, tessendo le lodi del giovane centravanti dell’Inter Pio Esposito. Infine, il suo commento sulla perdita della matricola sportiva del Brescia Calcio, dopo 114 anni dalla sua fondazione.
Agosto non è soltanto il mese d’inizio dei maggiori campionati professionistici, ma anche della sessione di mercato estivo. Finora, quali club della Serie A hanno compiuto le migliori operazioni e quali sono i nomi che più piacciono a Nicola Binda?
Nicola Binda
“Il Napoli ha compiuto le operazioni più interessanti, ma era inevitabile, dovendo affrontare anche la Champions League. (…) Personalmente, ho tanta curiosità per questo Como ‘spagnolo’, oserei dire, ma resta un grande peccato vedere pochissima traccia di calciatori italiani in questa squadra, se si pensa che sono presenti soltanto Goldaniga e Cutrone, sempre che quest’ultimo resti, come mi auguro che avvenga. (…) Questa squadra può rivelarsi una sorta di mina vagante, capace di dare seriamente fastidio alle grandi per un posto in Europa.
Tra quelli compiuti in Serie A, credo che De Bruyne sia stato il colpo di mercato più prestigioso, in assoluto. Il campionato italiano ha di nuovo la fortuna di vedere all’opera un vero campione. (…)”.
Secondo Giancarlo Antognoni, ex capitano della Fiorentina, il Napoli e l’Inter sono le uniche da prima fascia, a seguire c’è il Milan, poi la Juventus a completare le prime quattro posizioni. È dello stesso pensiero?
“In linee generali, direi di sì. È da premettere che un nuovo allenatore rappresenta sempre un’incognita, in qualsiasi squadra, perché occorre aspettare che si ambienti e crei nuovi meccanismi. Il Napoli resta davanti all’Inter, perché lavora su una base forte, con un allenatore che conosce molto dell’ambiente in cui lavora, per cui non può fare altro che crescere per dare continuità a un progetto che ha già portato a vincere uno scudetto. L’Inter e il Milan cominciano daccapo, si può dire. (…) La Juventus non parte da uno, ma nemmeno da zero, perché con Tudor sono stati compiuti dei passi da qualche mese. (…) È diventata una società che ha acquisito una dimensione di calcio moderno in cui conta molto adoperare il “trade new player”, lontana da quella che era la filosofia della Juventus di un tempo. Quindi, anche per questa squadra ci sono delle incognite, ma è tra quelle che se la giocheranno a viso aperto per le posizioni di classifica più importanti”.
La rispettiva presenza di Ciro Immobile ed Edin Džeko a quale livello possono condurre il Bologna e la Fiorentina?
“(…) Ci sarà un’alternanza con i compagni più giovani e freschi, ma sono sicuro che sia Immobile che Džeko daranno il proprio contributo da gregari di lusso, perché, pur avendo un’età molto alta, possiedono una capacità di fare gol come pochi.
Se dovessimo andare alla ricerca di attaccanti italiani forti, direi che siamo a bassissimi livelli nel nostro campionato, anche se, per fortuna, sta iniziando a venire fuori qualche giovane su cui riporre grande fiducia, a cominciare da Pio Esposito che potrà diventare ben presto l’attaccante di riferimento della Nazionale italiana, oltre che dell’Inter”.
In un’intervista, rilasciata alla Redazione di ‘Padova Sport’, Lei ha dichiarato: “Spero che Cellino non metta più piede nel calcio”. Crede che sia stato l’unico responsabile della perdita della matricola sportiva del Brescia Calcio?
“È stata prettamente sua la decisione di non iscrivere più la squadra, con la conseguente rinuncia di dare continuità a una società storica, come la “Leonessa”. Potrebbe darsi che sia stata una ripicca personale verso la piazza che, a dire il vero, lo ha duramente contestato e insultato anche in maniera esagerata e feroce, però l’atteggiamento che Cellino ha avuto nei riguardi del Brescia è stato gravissimo. (…) Sarebbe stato molto meglio regalare il club a qualcun altro, piuttosto che giungere a questo tristissimo epilogo, perché così ha fatto morire, oltre che una squadra di calcio, anche e soprattutto un patrimonio sentimentale e sociale nel cuore dei tifosi bresciani. Quindi, qualora Cellino dovesse tornare per compiere di nuovo un disastro del genere, direi che sia giusto che rimanga definitivamente fuori dal mondo del calcio”.
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