CalcioPersonaggiPrimo Piano

Messina – Denis Godeas si racconta, tra passato presente e futuro.

Rintracciato telefonicamente abbiamo avuto l’occasione e il piacere di fare una  chiacchierata con l’ex attaccante Denis Godeas, “l’ariete di Medea” che ha rappresentato una vera e propria istituzione della serie B, collezionando 105 reti in campionato, distribuite fra Messina, Bari, Mantova e, ovviamente, l’amata Triestina. Protagonista con la biancoscudata della storica promozione che portò i giallorossi in serie B nella stagione 2000/2001.

Allora Denis stai seguendo le sorti del Messina e cosa pensi di questa nuova situazione societaria?

“Si si sto seguendo il Messina come seguo tutte le mie ex squadre, ho visto i vari problemi societari che ci sono stati e spero che le cose vadano per il meglio. Come dico sempre il calcio è fatto di cicli e in queste società gloriose, come Messina, prima o poi tutto ritornerà alla normalità, ci vuole solo un pò di pazienza.”

Il ricordo più bello che hai delle tue stagioni a Messina e se ti senti ancora con qualche tuo ex compagno di squadra?

“Ovviamente la promozione in serie B è stata tanta roba, però quello che mi piace sottolineare è il fatto di essermi trovato bene anche fuori dal campo, sono sempre stato trattato bene da tutti, indipendentemente dalle prestazioni, quindi si di Messina ho solo ricordi positivi. Fino a qualche tempo fa avevamo una chat di squadra dell’annata della C, poi non so per quale motivo è stata disattivata, comunque no non mi sento con nessuno in particolare degli ex compagni se non sui social e a volte con Enrico Buonocore.”

Denis Godeas con la maglia biancoscudata 2000/01

Sei arrivato in serie A all’età di 26/27 anni, come mai? Quale è stato il tuo limite?

Diciamo che già il fatto che sia arrivato a giocare nel massimo campionato è motivo di orgoglio e non posso che ritenermi fortunato, ho fatto anche l‘Europa League sia al Palermo che al Chievo, certo potevo fare meglio, ma sicuramente anche peggio, quindi mi piace vedere sempre il lato positivo. Forse il mio limite come calciatore è stato a livello di crescita, nel senso che ci ho messo un pò di più rispetto a quella che è la normalità di oggi.”

Nella stagione 94/95 a Udine sei stato allenato dal grande Galeone che proprio due giorni fa ci ha lasciati….che ricordo hai di lui?

Essere stato allenato da lui è stata una fortuna, un allenatore visionario, una persona vera, schietta e diretta, come lui nel mondo del calcio ne trovi sempre meno, una grande perdita.”

Come vedi il calcio di oggi rispetto a quando giocavi tu?

Il calcio moderno rispetto a quando giocavo io è parecchio distante, per cui non si possono fare paragoni, non posso dire sia meglio o peggio, sicuramente è diverso e in continua evoluzione, quindi come in tutte le cose bisogna aggiornarsi e adattarsi al momento. Forse quello di adesso è un calcio più fisico con più gamba ma meno qualitativo soprattutto in certe zone del campo e in tutte le categorie soprattutto in quelle più basse“.

Sei stato uno dei pochi in Italia ad aver segnato in ogni categoria, dalla A fino alla terza categoria, il tuo è stato un ruolo che oggi in Italia fa fatica a decollare, ti sei mai chiesto il perché ?

Si ho scoperto di essere l’unico ad aver fatto più di un gol in tutte le categorie, Europa League compresa, ovviamente è una cosa che ti fa piacere, ma reputo sia più importante il fatto di aver giocato per tanti anni, frutto di duro lavoro e sacrifici. Per quanto riguarda gli attaccanti italiani del momento, si, è un pò il discorso che ti facevo prima ovvero che a livello qualitativo siamo scesi parecchio, e sicuramente ci sono meno attaccanti di spessore, in particolare nel nostro campionato. Oggi ci sono molti più atleti che sanno fare più cose e non hanno la specificità del ruolo, con tutto il rispetto per Retegui  (che a me piace molto) nella nazionale di 20 anni fa sarebbe stata la quinta o sesta scelta.”

Di cosa ti occupi attualmente?

In questo momento sono a Coverciano, per prendere il patentino di allenatore professionista. Ho allenato sia in serie D che in eccellenza , sia da vice che da primo allenatore, ma ora vorrei provare a fare un qualcosa di diverso e vediamo quello che succede. Sicuramente il fatto di aver fatto una buona carriera da calciatore non mi dà la certezza di riuscire anche in questa nuova esperienza perchè sono due cose completamente diverse, però è una cosa che mi stimola, e mi piacerebbe fare al meglio delle mie possibilità. Infine vorrei fare un saluto e un in bocca a lupo a tutti i tifosi giallorossi, sperando che le cose vadano sempre meglio, perchè Messina sia come città che come tifoseria merita palcoscenici diversi,  ma come dicevo prima bisogna avere pazienza e sono sicuro che le cose prima o poi torneranno al loro posto. Un abbraccio e sempre Forza Messina.”