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Margherita Trimboli e il Karate. Una tradizione di famiglia

Margherita Trimboli, oggi maestro 5^ dan di Karate, ha iniziato a praticare questa disciplina a quattro anni, nel tatami di famiglia. Il maestro Trimboli Santo,  7dan e padre di Margherita, è un esponente di altissimo livello nazionale e internazionale.

“I primi passi – racconta la Trimboli –  ho iniziato a farli nella mia palestra, il mio dojo. Vedevo tutti quei bambini e ragazzi con il karategi bianco,vedevo i loro sorrisi e nello stesso tempo i loro sacrifici. Mio padre il maestro li allenava con tanto cuore e amore e riusciva a fare emergere in loro il meglio. Mi innamorai all’età di 3 anni e iniziai a praticarlo  a 4. Inizialmente era un gioco, un divertimento ma man mano crescendo è cambiato tutto.

Per me – prosegue –  il karate rappresenta uno stile di vita. È un’ arte marziale la più bella e affascinante tra tutte a mio parere.
Si impara innanzitutto il rispetto per il maestro, per i compagni di allenamento,per gli avversari.
Impara l’autocontrollo e la capacità di riuscire a gestire tutte le situazioni in cui si innescano atti provocatori.

È importante per firmare il carattere.
Una persona timida riesce a uscire fuori dalla sua timidezza e al contrario una persona molto esuberante o iperattiva riesce a calmarsi.
Io amo il karate perché mi ha fatto diventare la persona che sono oggi.

Io sono una madre,una maestra di scuola primaria,un maestro di karate,una campionessa Italiana, Europa e mondiale.

Affronto la vita con serenità,gioia e cerco di trasmettere ai miei figli,ai miei alunni e ai miei allievi la stessa cosa  Quando la vita mi mette di fronte a difficoltà cerco di superarle grazie al karate perché la mia mente non è offuscata dalla paura o altro ma è abituata al ragionamento e al self control, l’autocontrollo”.

 

Gli allenamenti del karate tipici di un ragazzino che si iscrive per la prima volta sono tre volte a settimana di un’ora. Ovviamente gli agonisti cioè chi fa gare di altissimo livello si allena tutti i giorni .

“Ci sono sacrifici da fare – sottolinea la Trimboli – ma ne vale la pena perché quando un atleta riesce a vincere campionati italiani, europei e mondiali e a indossare la tuta della nazionale Italiana,tutti i sacrifici sono ricompensati.
Io stessa ne ho fatti tantissimi per arrivare dove sono arrivata”.

Oggi oltre che atleta della nazionale WUKAEDA sla Trimboli è docente federale di stile Shitoryu specialità Kata. Inoltre suo figlio, Carlo Emanuele, 16 anni, atleta nazionale, è detentore di titoli Italiani ed Europei e la sua piccola Federica Carlo, 11 anni, è Campionessa Italiana.

Il karate si divide in due specialità il Kata la forma e il kumite il combattimento. Il Kata è un combattimento immaginario con più avversari,un insieme di tecniche che devono essere eseguire con ritmo, espressione,forza, gestualità tecnica ,eleganza, rapidità,potenza e soprattutto tanto cuore. Si combatte con la mente ma è un vero e proprio Combattimento.

Il kumite è il combattimento vero e proprio con un avversario.

“Il karate, tiene a precisare la maestra,  non è assolutamente uno sport maschilista. Si devono sfatare i vecchi schemi e stereotipi. Non esiste uno sport maschile e uno femminile. Lo sport è per tutti. Anzi vi dirò che in palestra il 51 percento degli atleti sono donne ,ragazze e bambine il rimanente 49 sono maschietti  Questo un quasi tutte le palestre .Ci sarà un motivo giusto? Le donne con il karate si sentono più sicure.

Il karateka è una persona come tutte le altre solo che possiede qualcosa in più ovvero ha la mente a 360 gradi  Non si ferma al semplice ragionamento va oltre e riesce a prendere sempre il meglio dalle cose e dalla vita senza usare la violenza.

Il karate è importante per la difesa personale. Noi durante gli allenamenti infatti insegnami agli atleti molte tecniche di difesa. Il karate sportivo si differenzia dal karate tradizionale infatti.

Il consiglio che di sempre prima impara a difenderti e sparare poi impara l’ attacco. Solo avendo una buona difesa si può avere un ottimo attacco. Secondo me le tecniche più efficaci sono quelle di braccia perché oltre a tirare pugni si possono, attraverso le parate, applicare vari agganci per bloccare gli arti superiori fino a rompere qualche legamento o osso.

Ma questo ovviamente non si fa perché noi abbiamo sempre il rispetto. Solo nei casi di vera necessità come una violenza in strada.

Ovviamente – sottolinea – le tecniche da me preferite sono quelle di gambe come i mawashighery,gli uramawashighery e le tecniche di parata”.

 

Alla domanda come si diventa cinture nere la Trimboli risponde : “Il percorso per diventare cintura nera è lungo  Nel karate ci sono 7 cinture: bianca, gialla, arancione, verde,blu, marrone e nera.

I passaggi – spiega –  di grado si eseguono durante l’anno. Generalmente se ne effettuano due l’anno ma per il passaggio dalla bianca alla’ arancio e è così.

Successivamente dalla verde alla nera deve trascorrere più tempo Una volta raggiunta la continuerà sociale ovvero di palestra è qui che inizia il vero percorso

Bisogna allenarsi e superare gli esami per prendere la cintura nera federale ovvero della federazione o se si vincono i campionati italiani si ottiene di diritto.
Successivamente sci si deve allenare tantissimo per prendere i Dan. Una cintura nera non smette mai di imparare. Apprende sempre. Il karate è sempre in evoluzione”

Margherita Trimboli appartiene alla A.S.D. Karate Club Reggio Calabria del Maestro Santino Trimboli, maestro di karate 7 Dan stile Shitoryu. “Sono figlia d’ arte – tiene a sottolineare –  Io,  mio padre e  mia sorella Federica gestiamo la palestra . Mio padre è più di 40 che dirige la palestra ed è riuscito a formare campioni sia di sport che di vita.
La nostra realtà è conosciuta a livello italiano ed europeo  Siamo stati immense volte campioni italiani, abbiamo vinto diversi europei e mondiali. Siamo docenti federali di stile Shitoryu della WUKAEDA e veniamo chiamati sempre per fare stage a livello nazionale.

In conclusione, parlando degli obiettivi futuri afferma: ” I miei obiettivi futuri…. Riuscire sempre a fare in modo che gli atleti riescano a gratificarsi con il loro sport  Riuscire sempre a centrare posi di altissimo livello.

Ora saremo impegnati nel Gran Prix internazionale di Catania il 23 settembre .
Quindi io personalmente cercherò di portare il podio a casa. Mio figlio Emanuele mia figlia Federica dovranno riuscire a centrare il podio e tutti gli atleti che porterò a questa gara spero che si divertono e facciano ottimi risultati.

Il futuro lo vorrei vedere sempre roseo anche se so che ci sono tante diffida affrontare cercherò di farlo sempre con positività”.