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Adorante si racconta: “Col Messina possiamo puntare ai Play-off off

Il percorso calcistico di Andrea Adorante, prima punta classe 2000, parte proprio dalla sua città natale: Parma. I primi passi li muove dunque in un settore giovanile rinomato come quello ducale, per poi passare all’Inter a partire dall’estate del 2015. In questi anni cruciali avvenne la vera e propria formazione che lo ha portato ed essere il calciatore, e in particolare l’attaccante, che possiamo apprezzare oggi. Andrea così si racconta a “La Giovane Italia“.A partire dalle giovanili ho sempre giocato con un modulo che prevede l’impiego delle due punte o della punta singola. Mi definisco una prima punta da area di rigore, ma anche da appoggio per la squadra; credo di avere caratteristiche da attaccante moderno sotto questo punto di vista. So usare bene sia il destro che il sinistro e sono abile nel gioco aereo e acrobatico”. A partire dal luglio del 2017, nell’ultimo step del suo percorso giovanile, ossia l’Under 19 nerazzurra, ebbe modo di togliersi già allora grandi soddisfazioni: “Il mio percorso in Primavera penso che sia stato uno dei più belli che possa vivere un calciatore. Ho vinto un campionato, un Torneo di Viareggio e una Supercoppa. Ho partecipato anche ad un’altra finale scudetto, anche se in quel periodo ero infortunato. Insomma, credo che il mio percorso di crescita sia stato il più bello e intenso possibile”. Esperienze, quelle appena citate, che lo ha segnato nel profondo sia come atleta che come uomo: “Della mia esperienza a livello giovanile porto dentro un bellissimo ricordo sotto tanti aspetti, sia in termini di risultati sportivi che in termini di crescita a livello umano e di rapporti creati. Uno dei compagni con cui ho legato maggiormente è stato Nicolò Corrado, oggi terzino della Feralpi Salò, che ha trascorso 4 anni insieme a me all’Inter e con il quale ho tutt’ora un bellissimo rapporto”.
L’INFORTUNIO E IL LANCIO NEI PROFESSIONISTI
Due anni fa Adorante fece ritorno nella terra natale, ma questa volta da professionista. Il 5 dicembre 2019 l’esordio in Coppa Italia contro il Frosinone e il 28 settembre 2020 l’esordio in Serie A “Quella fu un’emozione, per quanto breve, molto intensa e sicuramente inaspettata, essendo reduce da un infortunio abbastanza serio al ginocchio (lesione al legamento crociato anteriore) che ai tempi mi faceva ancora male. Fu comunque una sensazione bellissima che spero di rivivere al più presto, magari non più da esordiente ma con la reale possibilità di affermarmi o segnare qualche gol importante”. Il primo gol da professionista lo siglò solamente un mese dopo, in una partita di Coppa Italia vinta contro il Pescara con il risultato di 3-1. La stagione 2020/21 vide il suo trasferimento (nella finestra invernale di calciomercato) in prestito alla Virtus Francavilla, in Lega Pro, dove terminò con 17 presenze e una rete realizzata: “Anche in quell’occasione mi sono trovato subito a mio agio e non ho incontrato grosse difficoltà. Il gruppo relativamente giovane, molto attento e che mi ha saputo accogliere benissimo”.
UN NUOVO (BUON) INIZIO IN QUEL DI MESSINA
Quest’anno, agli albori di una nuova sfida targata Messina, si imbatte nell’avvio di stagione più esaltante della propria carriera fino ad oggi: fin qui 10 presenze e 4 gol realizzati. Bottino che però non soddisfa ancora a pieno le esigenze e gli obiettivi personali del ragazzo. “A livello personale ho degli obiettivi che sono perlopiù legati ad aspetti prestativi: mi piacerebbe innanzitutto segnare un gran numero di gol, il più alto possibile, ma anche mettermi in mostra attraverso le prestazioni. Come gruppo squadra, invece, contiamo di uscire al più presto da questo periodo di appannamento per poi tentare successivamente di arrivare più in alto possibile. Perché no? Possiamo puntare all’obiettivo playoff”.
“MI GODO IL MOMENTO”
La carriera del classe 2000 del Messina è comprensibilmente ancora lunga, ma una domanda sul futuro non ce la siamo comunque risparmiata: “Lo dico sinceramente, non ho ancora pensato a cosa poter fare una volta appesi gli scarpini al chiodo. Sono ancora relativamente giovane e solo all’inizio della mia carriera, quindi voglio provare a godermi al massimo il momento cercando di dare tutto me stesso in quello che sto facendo. A chi sta per intraprendere un percorso simile al mio vorrei dare questo consiglio: cercate di non mollare mai: io, come tanti altri, ho provato sulla mia pelle cosa significa infortunarsi in maniera seria ad un ginocchio, ma non mi sono mai arreso e, subito dopo il fatto, la voglia di rientrare in campo era ancora più forte di prima. È stata un’esperienza che, suo malgrado, mi ha insegnato tanto. Se agirete in questo modo, raccoglierete i frutti del vostro sacrificio e potrete essere orgogliosi di voi stessi”.