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Riccardo Cucchi: “Napoli stagione di vertice anche il prossimo anno. Italia U21 fuori dagli Europei? Un peccato, in passato riforniva la Nazionale Maggiore dei maggiori talenti”

Nelle ultime ore, la redazione di News.Superscommesse ha intervistato in esclusiva Riccardo Maria Cucchi, noto giornalista nonché ex celebre voce per tanti anni di Tutto il Calcio Minuto Per Minuto. In quest’intervista Cucchi si è espresso sul calciomercato, sull’uscita dell’Italia U21 dagli Europei e sul fenomeno delle cifre monstre provenienti dall’Arabia.

Il Napoli saprà mantenere un’intelaiatura da primissime posizioni, nonostante qualche cessione come quella di Kim?
“Assolutamente sì; il lavoro di Spalletti, che è poi quello iniziato da Sarri qualche anno prima, prevede un calcio offensivo, propositivo, che garantirà una stagione da vertice anche il prossimo anno (…). Rudi Garcia (che mi desta tanta curiosità a rivedere in Italia), infatti, fa giocare bene le sue squadre, applicando un calcio all’attacco che è senz’altro bello da seguire”.

Un pensiero sull’Under 21 e l’ennesima delusione dell’Italia come Nazionale?
“Siamo di fronte alla quarta volta consecutiva senza Olimpiadi per l’Italia del calcio; l’ultima volta in cui siamo stati rappresentati è stata nel 2008 a Pechino e questa cosa amareggia parecchio, anche perché prima l’Under 21 riforniva la Nazionale A dei maggiori talenti a disposizione. Ricordo quelle di Maldini, di Gentile (che ci ha regalato l’ultima medaglia a livello temporale, quella di bronzo, ai giochi olimpici) che donarono alla Nazionale Maggiore calciatori come Nesta, Totti ed Albertini”.

Come giudichi la fuga di calciatori importanti verso i Paesi arabi e che impatto avrà questo fenomeno sul calcio italiano?
“Si tratta di una fuga senz’altro sorprendente, un tentativo di andare a guadagnare molto di più in Arabia Saudita e non solo; però non si tratta di campionati ricchi ma assolutamente importanti come la Premier League (…). Queste scelte improntate solamente al profitto stridono con la mia idea di etica dello sport, anche perché molti di questi giocatori potevano dare tanto ancora in campionati ben più competitivi”.