MESSINA – “Vi porto in terza categoria”. L’unica promessa rispettata dal presidente Sciotto
“Vi porto in terza categoria”. Così urlava dalla tribuna dello stadio di Viterbo il gualtierese a Febbraio 2022, a seguito di una contestazione massiccia dei tifosi giallorossi dopo l’ennesima sconfitta di quell’anno (e dell’intera sua gestione), un pesante 3-1 contro il Monterosi Tuscia.
Parole forti, ben diverse dall’affermazione “in B in 2 anni” pronunciate subito dopo la rifondazione del 2017, che risuonano ancor di più dopo la stangata da parte della lega ufficializzata nel pomeriggio, -14 da scontare nella prossima stagione sportiva, che sanciscono virtualmente la parola fine dell’ACR Messina targato Pietro Sciotto, in attesa della sentenza finale di giorno 10 Giugno.
L’ormai ex presidente pronunciò queste parole, seppur formulate in maniera diversa, anche in un’altra occasione. “Qui si può ripartire solo dalla terza categoria”, a seguito di un incontro con il primo cittadino Federico Basile durante una delle tante crisi, scongiurate sempre all’ultimo secondo, riguardo un’eventuale mancata iscrizione della squadra al campionato di Serie C. Forte fu l’appello dell’imprenditore attivo nel settore automobilistico, che contestava la scarsa partecipazione da parte della “piazza”, in tutte le sue forme.
Tante sono state le trattative poi non andate in porto della società, non concretizzate per mancanza di fiducia da parte del patron. Troppe incertezze, che sembravano essersi sciolte con il passaggio di mano dell’80% delle quote al gruppo Lussemburghese AAD Invest di Doudou Cisse, inibito da oggi per 10 mesi insieme al presidente “predimissionario“ Stefano Alaimo . Seppur con dell’incredulità, a causa delle notizie poco confortanti che arrivavano dal Belgio per il caso del Deinze, il quadro all’apparenza sembrava più chiaro.
“Se lui ha ceduto vuol dire che gli hanno dato le garanzie, ha rifiutato troppe volte per poi cederla a degli sprovveduti”. Questo era il pensiero che suppergiù circolava tra una buona fetta di tifoseria, tornata allo stadio subito dopo il passaggio di proprietà, dopo una contestazione che li ha tenuti assenti dagli spalti per la metà dell’anno calcistico. Un’idea lecita, sulla base delle sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista a “Pianeta Messina” poco prima della firma del preliminare, dove dichiarò che il gruppo era solido e avrebbe ceduto solo se avesse avuto la certezza della bontà del progetto, ma anche sulla base delle “garanzie” che dichiararono di aver ricevuto sia il ds Domenico Roma, prima della firma sul contratto e altri soggetti presenti in orbità ACR, fino ad ora rimasti totalmente in silenzio a seguito della retrocessione e dell’ormai difficilmente scongiurabile fallimento. Nulla di tutto questo era vero, con una delusione enorme che rimarrà per sempre nei cuori di chi questa maglia la ama davvero, nella speranza che Messina torni tra i professionisti in un tempo più breve dell’ultima volta.
Foto di Francesco Saya