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Vincenzo Nibali, “Maestro” di emozioni e di imprese memorabili. Al Tour contro tutti

La missione di uno sportivo è quella di suscitare emozioni, il compito di un fuoriclasse è quello di ergersi a idolo ispirando il grande pubblico e le generazioni future, il ruolo di un fenomeno è quello di regalare delle perle di rara bellezza capaci di entrare nell’antologia dello sport segnando un’epoca, l’obiettivo di un Campione non è semplicemente quello di vincere e dominare ma di farlo in maniera unica, suggestiva, impressionante, memorabile. Pochi atleti del panorama internazionale contemporaneo hanno avuto queste doti, eletti impareggiabili che si possono contare sulle dita di una mano, dei punti di riferimento in grado di sovvertire le regole della logica: Vincenzo Nibali ha raggiunto apici memorabili nella storia del ciclismo, nell’ultimo decennio abbondante ha letteralmente stravolto dei comandamenti scritti e ha compiuto imprese epocali che verranno narrate ai posteri con dei toni da favola.

Lo Squalo dello Stretto ha scritto un’antologia tutta sua, una serie di capitoli tutti dai toni differenti e ognuno diverso per il suo sviluppo. I fili conduttori sono due: la capacità di sorprendere in qualsiasi circostanza e il finale vittorioso, quello che non manca mai nella storia di un eroe a tutto tondo che nel nuovo millennio ha sorretto il peso dell’Italia ciclistica nelle grandi corse a tappe vincendo due Giri d’Italia, un Tour de France, una Vuelta di Spagna ma anche due Giri di Lombardia e una Milano-Sanremo. Troppo vecchio, finito, “lamentoso”, polemico: questi sono solo alcuni degli aggettivi che gli sono piovuti addosso nei giorni scorsi, durante un Tour de France anonimo per la sua grandezza, voleva lottare per dei successi di tappa e invece era stato costretto dalla squadra a fare classifica generale, impossibile per un uomo reduce dal secondo posto alla Corsa Rosa appena un mese fa. Come sempre il siciliano si è fatto scivolare tutto addosso, si è tolto dei sassolini dalla scarpa nei confronti dalla Bahrain-Merida (che lascerà a fine stagione per accasarsi alla Trek-Segafredo), è cresciuto di condizione nel corso della terza settimana e oggi ha piazzato il suo proverbiale sigillo.

Foto Nino Famà

Vincenzo Nibali è tornato a vincere dopo addirittura 16 mesi dall’ultima volta, il 34enne non alzava le braccia al cielo dalla Milano-Sanremo dell’anno scorso quando attaccò in solitaria sul Poggio inventandosi un numero impensabile alla vigilia, giusto per non smentirsi. Oggi una fuga da lontano, poi sulla salita conclusiva di Val Thorens ha demolito i compagni della prima ora, ha contenuto il rientro del gruppo maglia gialla e ha festeggiato con pieno merito: “una liberazione” avrebbe poi dichiarato al termine dell’ennesima impresa, il sesto successo di tappa alla Grande Boucle è quello più sofferto ma anche quello più bello perché giunto dopo tre settimane complesse e dopo oltre un anno senza poter esultare. Questo è un Campione, questo è un Eroe dei tempi moderni, questo è un Esempio segnante, un’Icona immortale che ha ancora tanto da dare al mondo dello sport in generale: dalle Alpi vede le Olimpiadi di Tokyo 2020 e i Mondiali del prossimo anno, obiettivi concreti di un fuoriclasse senza età che non smette mai di emozionare.

Stefano Villa – oasport.it/ciclismo

 

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