Antonino Indaimo, arrivato con l’aereo in Sicilia stamattina, è il promotore della cooperativa e ha presentato il progetto presso il “Salone delle Bandiere” di Palazzo Zanca.
QUI le sue parole:
“Siamo qui per parlare di discorsi che trattiamo da anni, il Messina calcio è in crisi e per la terza volta degli ultimi 17 anni siamo prossimi a un ulteriore fallimento. Negli ultimi anni le retrocessioni sul campo spesso hanno portato al fallimento, andando di pari passo. I problemi sportivi così si accompagnano a un fallimento societario. Questo è un problema del sistema calcio degli ultimi decenni, dove c’è stato un aumento costante dei costi, che rende più complicati i ricavi. La totalità dell’incasso è rappresentata per la maggior parte dai diritti televisivi, nelle serie professionistiche, quindi la serie C è un buco nero, anche perché nei dilettanti la situazione è differente. Grandi società con tifoserie importanti negli ultimi decenni ciclicamente si ritrovano in situazioni di difficoltà. Questo avviene perché le squadre di calcio sono viste come un bene esclusivamente privato in Italia, il proprietario detiene le quote e i tifosi sono clienti con nessun coinvolgimento diretto e il risultato è quello che vediamo tutti. Questo progetto nasce dalla stanchezza che arriva da questa situazione, la squadra di calcio è un bene comune, non privato. Il tifoso non ha scopo di lucro, vuole vedere la sua squadra di calcio fare risultati, si muove solo per passione, non per business. Siamo stanchi, è giunto il momento di dimostrare che è possibile guidare una squadra dal basso con trasparenza, con tifosi che sono parte integrante della società, responsabili e non più semplici spettatori, è la migliore garanzia per costruire un tessuto solido, ricostruendo i rapporti anche con le attività del territorio. Tutto questo, come fine ultimo, deve avere il bene del Messina. Ci sono tanti esempi di sistemi che funzionano, soprattutto all’Estero, associazioni sportive senza scopo di lucro con dei tifosi che versano delle quote, eleggono presidente e consiglio dell’amministrazione ecc. In Italia c’è veramente poco, sia per mentalità sia per regolamentazione delle leggi. Il sistema, per come lo intendiamo noi, deve essere democratico, una testa un voto. Deve essere sostenibile, obiettivo senza un termine che consenta al club di poter camminare con le sue gambe, è importantissimo avere un settore giovanile valido, al centro nel progetto e non ai margini. Infine deve creare valore (da qui l’idea del centro sportivo) e creare comunità, perché il calcio senza tifosi non ha valore.”
In seguito è arrivato l’intervento del legale Andrea Trimarchi, messinese laureato alla “Bocconi” che è sceso nei particolari sulle questioni giuridiche:
“Credo che ci siano i margini per realizzare questo progetto in una realtà come Messina. Nel resto d’Europa esistono dei modelli strutturati e regolamentati, mentre per l’Italia è un tasto dolente, ma ci si può lavorare.”
Dopo l’intervento del legale, per i temi finanziari hanno parlato 2 commercialisti, Tina Gullo e Giovanni Giorgianni:
“La cooperativa è una società di capitale, ma ha dei vantaggi. La cooperativa non va a pagare una serie di imposte allo Stato rispetto a una Srl, quindi ha un potenziale non indifferente.”
Chiuso il discorso riguardo l’aspetto economico, è intervenuto uno dei due responsabili e fondatori dell’agenzia di comunicazione e marketing “DMarketing”, Danilo D’Anieri, che insieme a Benedetto Bruschetta fornirà il proprio supporto con una capillare campagna riguardo questi temi:
“Quale occasione migliore per poter mettersi in gioco. Questo progetto è l’unica via per poter risollevare le sorti di questo club. Cercheremo di veicolare al meglio le nostre iniziative, sia dal punto di vista del Marketing che dal punto di vista della comunicazione avvicinando i tifosi alla vita della società. Studieremo un piano marketing in maniera accurata, con professionalità e trasparenza, che sono 2 cose che negli ultimi anni spesso sono mancate.”
A sostegno, poco dopo è arrivato l’intervento di Alessandro Certo, responsabile della pagina social “Pelle Biancoscudata”:
“Sono di Gioiosa Marea, mi sento messinese dentro. Dai piccoli progetti si può partire e strutturare qualcosa di più grande. Sono 2 i progetti principali che vorremmo, un museo e uno store ufficiale. Per il Museo, non c’è mai stato un posto dove si potesse dare memoria della nostra storia e della nostra tradizione calcistica, ma l’amore per questi colori ai tifosi non è mai mancato. Il cimelio non è un semplice oggetto, la maglia non è la semplice stoffa, ha valore significativo.”
Infine, dopo un rapido saluto virtuale di Rodolfo Savica, volto ben noto ai tifosi biancoscudati grazie alla trasmissione web di “Universo Messina” che dagli Stati Uniti è intervenuto con un video messaggio, è arrivata una lettera breve di “Supporter in campo”, un gruppo di persone che lotta per portare i tifosi al centro del sostegno del club.
La conferenza si è conclusa dando spazio alle domande con il pubblico presente, intavolando un discorso che si è protratto fino alle ore 14.00.
FOTO di Paolo Furrer