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MEMORY – MESSINA. Storia di una difesa degli anni ’80

Messina 1985-86

Erano gli anni ottanta ed il Messina stava per spiccare il volo verso la serie B, ma era C.

In panchina “presenziava” il professore Franco Scoglio e le lezioni per gli avversari si susseguivano come le ciliegie che ancora in quegli anni erano dure.

In zona arretrata, al centro, giocava il più forte centrale di tutti i tempi del Messina: Antonio Bellopede. Un calciatore che la macchina del tempo aveva certamente sbagliato ad attivare in quelle stagioni.

Bellopede era un centrale moderno, capace di impostare l’azione, di vedere prima dove dare il pallone e di chiudere con eleganza su ogni avversario, veloce, tecnico o possente.

Contro di lui, nulla da fare. Se giocasse oggi, sarebbe certamente in una squadra ai primi posti della classifica di serie A.

Compagno di reparto e di zona, il mitico Romolo Rossi, formidabile nel gioco aereo e nelle incursioni sui calci da fermo contro gli avversari. Lo stopper romano si caricava con i cori del suo pubblico ed era capace di fermare e irridere sportivamente i quotati avversari che facevano visita al “Celeste”. Rossi dava il cuore e per questo era amato e stimato.

Sulla fascia destra imperversava Nicolo’ Napoli. Un fuoriclasse, poi passato alla Juventus. Il difensore era in grado di far partire dai suoi piedi dei bolidi che piegavano le mani ai portieri e di difendere con grande carattere. Ottimo nel gioco aereo e nelle chiusure. Un gladiatore.

Bellopede e Baresi

Sulla sinistra si alternavano Silvio Cei, Attilio Papis e Carmelo Mancuso.

Mancuso, gran cavallo di fascia, sapeva dribblare gli avversari e arrivare spesso al cross. Intelligente tatticamente, fu poi chiamato dal Milan.

Un calciatore di livello alto.

Cei era un giocatore dotato di ottime qualità, sapeva vedere il gioco e spinto dalla folla era capace di azioni di altra categoria. Si infortuno’ e dovette abbandonare il calcio.

Stessa sorte toccò ad Attilio Papis, un trattore dotato di tecnica e muscoli, grinta e determinazione. Fu fermato dalla sfortuna in una partita di serie B, a Cagliari. Memorabile il suo gol in spaccata contro il Cesena.

Infine, i portieri.

Vincenzo Di Palma. Estremo difensore grande professionista e bravissimo fra i pali.

Enrico Nieri, portiere bravo e senza paura nelle uscite. Un calciatore serio ed attaccato alla maglia.

Questi erano i protagonisti di un Messina di serie C, una squadra che nel tempo è rimasta “LA SQUADRA”

. Una realtà dove le chiacchere lasciavano il tempo che trovavano, dove si giocava per la maglia e per i tifosi e dove la gente si identificava.

Si poteva perdere, ma lottando. Si arrivò in serie B e per poco in A, poi, al solito e come di consuetudine nacquero tante voci, ma statene certi, quella era “la squadra” e la “difesa” del Messina. Tutto il resto è noia, maledetta noia.

 

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