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La nota del presidente Antonio D’Arrigo in risposta alle dichiarazioni dell’Assessore allo sport Gallo: “Despar esempio virtuoso di gestione pluriennale”

La querelle sullo stadio “Franco Scoglio” ha innescato un dibattito che va sempre più allargandosi. Oggi, è Antonio D’Arrigo a rispondere, alla sua volta “piccata” risposta dell’Assessore Gallo dopo una serie di striscioni dei club apparsi a Sanfilippo e riguardanti l’ormai famoso bando sullo stadio ed il sollecito ad una maggiore attenzione richiamato persino dal consigliere comunale Rizzo.

Mi sento chiamato in causa come presidente della SSD Camaro 69 srl, in quanto società concessionaria dell’impianto sportivo comunale “Marullo” sito in Contrada Bisconte a Messina, che l’Assessore Gallo ha ritenuto di citare in un contesto totalmente fuori luogo.

Ovviamente, non entro nel merito di un’altra procedura di affidamento pluriennale della struttura sportiva più grande in Sicilia, ma ritengo, da cittadino e dirigente di una società sportiva dilettantistica, che la gestione di campi, palestre, stadi, piscine, palazzetti appartenenti al patrimonio comunale sia, da decenni, affidata a logiche che non comprendo e non condivido. Questa amministrazione comunale, all’inizio del suo mandato, si era data come obiettivo quello di coinvolgere i privati nella gestione degli impianti sportivi comunali, una dotazione numericamente e qualitativamente molto importante, visto che a Messina c’è uno stadio per il calcio da 42.000 posti, un palazzetto dello sport da 5.000 presenze potenziali, altri impianti polifunzionali eredità delle Universiadi del 1997, tutti senza agibilità per il pubblico, con enormi problemi di manutenzione e affidati, di anno in anno, senza nessun criterio, sia dal punto di vista sociale che economico, costringendo le realtà sportive o il semplice cittadino che desideri utilizzarle a sacrifici o condizioni anche igienico sanitarie, oltre che di sicurezza da terzo mondo.

Pensavo che il sindaco De Luca fosse realmente interessato a dare una svolta in questo campo, perché il valore dello sport, dalla base al vertice, può consentire enormi progressi di civiltà ad una comunità, oltre che dare possibilità di lavoro e reddito a chi ruota intorno o intende farlo in modo professionale o professionistico.

Ho collaborato, a titolo gratuito, per un breve periodo ricoprendo il ruolo di esperto allo sport con il sindaco proprio in quest’ottica, ma non sono riuscito ad incidere in un settore che necessiterebbe di un profondo intervento a tutti i livelli, burocratico, amministrativo e politico. Si è detto che si sarebbero incentivati i privati ad intervenire nella gestione degli impianti cittadini e poi si sono seguite procedure di affidamento diretto mascherate da avviso pubblico, con richieste di ritiro in autotutela da parte della stessa struttura amministrativa comunale, non adempiute. Si è concesso di utilizzare impianti sportivi pubblici a società dilettantistiche senza alcuna formalizzazione, impedendo, di fatto, qualunque possibilità di intervento a chi avrebbe dato garanzie di gestione, manutenzione ed utilizzo nel rispetto di tutte le norme.
Non l’ho mai fatto, ma, se l’Assessore Gallo cita a sproposito il Despar, posso affermare a voce alta, senza tema di smentita, che il nostro è l’unico esempio virtuoso di concessione pluriennale di un bene pubblico, nella nostra città, in cui il concessionario ha rispettato puntualmente tutte le condizioni previste nell’accordo con il Comune.
Non è successo lo stesso in nessun altro caso, aprendo la strada a contenziosi che hanno inciso ed incideranno in maniera pesante sulle casse comunali e, quindi, sulle tasche di tutti i cittadini messinesi. Perché non avere cura o considerare il bene pubblico solo come un peso da togliersi di dosso senza curarsi in nessun modo di chi lo deve utilizzare e gestire è un danno per tutti, ma a Messina è successo anche di peggio. Sono pronto a chiarire in modo dettagliato quanto sto affermando in tutte le sedi opportune. Senza velleità politiche o elettorali, e non curandomi minimamente di sussurri o malignità anche dette per vie traverse o a mezzo stampa.

 

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