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CALCIO. Quando la serie B era la serie A di adesso

Il calcio va avanti con alti e bassi, qualificazioni e non, pay tv, VAR  scommesse lecite e non e quant’altro si possa aggiungere in un pentolone che sembra sempre pronto ad esplodere.

Eppure negli anni ’80 ci si divertiva con poco. Bastava recarsi allo stadio la domenica allo stesso orario e con la classica radiolina all’orecchio per ascoltare i risultati provenienti dagli altri campi di gioco. Al termine della partita, la corsa a casa per seguire 90′ minuto con Paolo Valenti.

Sul rettangolo di gioco si potevano ammirare calciatori che adesso potrebbero tranquillamente essere titolari inamovibili di compagini in lotta nella massima serie per le prime posizioni.

Chi non ricorda il Taranto di Maiellaro e De Vitis. Due calciatori dotati di classe sopraffina. Il primo grande fantasista, il secondo bomber nato. Il Catanzaro di Palanca piedino magico, capace di segnare direttamente dalla bandierina e di Bivi  attaccante da doppia cifra. Rimanendo in Calabria, ecco il Cosenza del centrocampista De Rosa, del trottolino Urban, del portierone Simoni e del bomber Marulla con Michele Padovano a supporto. Capitano, l’indimenticabile Bergamini. E la Reggina? Simonini, Attrice  Rosin, Armenise, Massimo Orlando, Mariotto, Bagnato, Paciocco.

Il Catania del presidente Angelo Massimino, Crialesi, Cantarutti e l’estremo difensore Sorrentino sugli scudi, poi promosso in A. Il Barletta di mister Rumignani, con il centrocampista Cappellacci e l’attaccante Cipriani.

Spostandoci al nord ecco la Triestina di De Falco e il vecchio Franco Causio capitano. L’Udinese di Sensini e Balbo attaccante della nazionale Argentina. La Cremonese di Zmuda, Citterio, Cinello e Alviero Chiorri, dal suo piede punizioni magiche. Il Bologna del vecchio Pecci, Marocchi, Zinetti e del mitico Villa. In attacco: Marronaro. L’Atalanta di Mondonico e Stromberg. Il Foggia di Baiano, Signori, Rambaudi. Il Lecce di Pasculli, Barbas e Stefano Di Chiara. Il Parma di mister Scala con Osio, Cuoghi e Melli. Il Vicenza di Schwoch. Il Cagliari di mister Ranieri con Provitali e Paolino. Il Messina di Franco Scoglio con Bellopede, Napoli, Schillaci, Catalano, Mossini, Gobbo e Orati. Gli anni seguenti Protti, Pierleoni, Cambiaghi, De Simone. Il Palermo con Paleari, Montesano, Pallanch e Sorbello, micidiale nel gioco aereo.

L’Ascoli di Costantino Rozzi con Incocciati, Scarafoni, Barbuti, Pochesci e Destro, Bonomi, il portiere Corti e Trifunovic.

La Sambenedettese con Di Fabio, Giunta e Turrini.

Ed ecco il Licata di Zeman, stagione 1988/89. Zangara, Pippo Romano, Modica, Ciccio La Rosa, Miranda, Consagra e tanto spettacolo.

A ruota il Pescara di Galeone con Rebonato. Il Pisa di Anconetani, il Campobasso del portiere Ciappi, ma prima di Maestripieri, Lupo e Vagheggi.  il Brescia, l’Arezzo di Ermini e Ugolotti, il Cesena di Agostini, Bianchi e Rizzitelli. Poi il Brescia di Gentilini, Bonometti e Tullio Gritti e tante altre squadre che hanno segnato positivamente anni di calcio che hanno divertito gli spettatori.

Anni che non torneranno, ma che rimarranno per sempre nei ricordi degli sportivi.

Messina 1985-86
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