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Arti Marziali | Federico Albertazzi: “Trasmettono sicurezza e aumentano l’autostima”

Federico Albertazzi la sua passione per le arti marziali la coltiva fin da piccolo, anche se, all’inizio restano solo interessi avendo il consenso negativo dei genitori L’occasione di apprendere un’arte marziale si è presentata quando, dopo la decisione di smettere pallamano, un collega di suo padre si è offerto di fargli conoscere questo mondo. Da qui si sono aperti mille orizzonti oltre all’approfondimento della cultura orientale; scopri in modo approfondito anche il mondo del kung fu, del karate, del Brazilian Jiu Jitsu e, più in generale, il mondo della UFC.

“Il Nihon Tai Jitsu ( NTJ) – prima disciplina che inizia a praticare ci spiega Albertazzi – è un’arte marziale rivolta all’autodifesa; questa disciplina si basa su vari fondamenti presi da altre discipline (ad esempio le prese al bavero per le proiezioni prese dal judo, o ancora qualche somiglianza nelle tecniche del karate o ancora alcune tecniche a terra prese dal Brazilian Jiu Jitsu). Inoltre il nostro maestro era solito accogliere maestri di altre discipline come Kali filippino e bastone pugliese. Contatto anche un maestro europeo che venne ben due anni a svolgere lezioni inerenti a tecniche utilizzate per la difesa personale”.

“Dopo 4 anni di di NTJ ho deciso – continua l’atleta – di cambiare arte marziale a causa della chiusura del Dojo di NTJ in quanto il mio maestro si è trasferito in un’altra regione. Dopo questi anni provai pesistica, ma continuavo a non sentirmi soddisfatto così cercai qualcosa che mi potesse soddisfare finché non trovai il karatè. Fortunatamente cose che studiai all’interno del NTJ  come le cadute, gli spostamenti di base e alcune tecniche (sferrare un dritto, un gancio, un montante) le ritrovai anche nel Karate per cui possiamo dire che le basi sono molto simili. Partendo dal fatto che nel Dojo dove pratico il maestro ha subito voluto sottolineare il fatto che ciò che ci stesse trasmettendo non fosse solamente la base e il fondamentale del karate Wado Ryu ma ciò che ci trasmetteva lo avrebbe applicato alle situazioni di vita quotidiana (infatti noi non svolgiamo alcuni tipo di gara). Detto ciò posso dire che ciò in cui queste due arti si differenziano (oltre alle tecniche) è lo stile in quanto il karate, a mio avviso, è più rigido rispetto all’arte marziale precedentemente studiata”.

Gettando un occhio di riguardo ai benefici che si hanno praticando queste discipline, Albertazzi afferma quanto segue: “Penso che i benefici che si possono trarre da queste arti non siano solo a livello fisico (una maggior resistenza, un corpo tonico e muscoloso) ma bensì possono avere benefici maggiori sulla persona anche a livello emotivo. Personalmente, da quando pratico arti marziali, mi sento più sicuro di me stesso non solo su un piano di autostima ma bensì anche di sicurezza personale. Preciso il fatto che non ho mai dovuto utilizzare le mie conoscenze sia per la mia difesa che per la difesa di qualcun altro ma penso che, in certe situazioni, possa essere di aiuto sapere determinate cose. A questo punto vorrei agganciare un proverbio cinese che recita le seguenti parole “è meglio essere un guerriero in un giardino, che un giardiniere in guerra”; ciò per indicare che è meglio essere pronti ad agire piuttosto che essere sprovvisti in una situazione di emergenza”.

Non poteva non mancare la parentesi Covid e di come gli atleti hanno vissuto il periodo del lockdown. “.Personalmente il nostro maestro, dopo la chiusura di tutti gli impianti sportivi, ci ha suggerito una modalità da remoto che portiamo avanti tutt’ora attraverso la quale manteniamo la preparazione atletica, i fondamentali visti in precedenza e accenni a nuove tecniche. Ovviamente non è come essere in presenza, ma lo reputo una buona soluzione affinché non si perda il gruppo ma soprattutto non ci si fermi durante il tragitto. Oltre a ciò, ultimamente, cerco di svolgere qualsiasi tipo di attività fisica affinché possa tenere allenato il mio corpo e possa approfondire le mie conoscenze sulle tecniche fornite dal maestro”.

Gettando un occhio al futuro Albertazzi afferma: “I miei obiettivi futuri riguardante l’ambiente marziale e sportivo, sono pochi, ma penso molto impegnativi e che richiedano una grande costanza (che mi da la motivazione per continuare). Il primo è diventare un maestro di karate e così facendo poter conoscere altri maestri di altri stili (ovviamente non solo di karate) e poter studiare assieme confrontandoci su vari aspetti. Il secondo obiettivo che mi interessa raggiungere è seguire un corso di Yoga e magari diventare maestro di Yoga affinché io possa trovare il giusto equilibrio tra mente e spirito (e magari una migliore elasticità)”

 

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