Una cappa di silenzio. Ciò che fa comodo a qualcuno. E che cerchiamo di squarciare.
Perché i tifosi, prosciugati e vilipesi, hanno il diritto di sapere e farsi un’idea. Così apre il post su fb della storica pagina “Pianeta Messina”.
Allora cerchiamo di mettere a posto ogni tassello, uscendo da una narrazione artefatta che qualcuno (dentro e fuori dall’Acr) vuole instillare negli ultimi giorni. Partendo da un dato di fatto. Le interlocuzioni tra Acr e gli esponenti della Cooperativa dei tifosi non hanno prodotto granché. Anzi quasi nulla. E allo stato la pista è più che raffreddata.
C’è molta distanza tra le pretese di Acr e la disponibilità di eventuali investitori che non hanno intenzione di fare un salto nel buio. E qui parliamo di voglia di accollarsi tutta la massa debitoria. Così l’Acr (non facciamo nomi non a caso) ora rischia di restare con il cerino in mano. E una rovente patata da gestire da soli. Magari con quattro spiccioli, una nidiata di ragazzini o calciatori di medio calibro da buttare in campo, con un destino segnato per il povero Messina. Insomma l’ennesima umiliazione.
Poi guai a citare solo un attimo il Gruppo Peditto, pena la fucilazione. Eppure l’unico disposto a fare questa “pazzia” di allestire il nuovo Messina, accollandosi anche i debiti dopo l’acquisizione delle quote societarie. Invece fatto fuori misteriosamente, non dal Tribunale, né dal commissario giudiziale, ma forse da chi ha “spinto” per un’altra soluzione a tutti i costi, e che oggi non racconta che sta succedendo. Per ora ci fermiamo qui. Perché qualcos’altro potrebbe succedere a stretto giro.