Primo PianoSportTennistavolo

Tennistavolo paralimpico | Alessandro Arcigli Nominato Presidente della Commissione Europea

Alessandro Arcigli, Delegato Provinciale del Coni di Messina, si è visto assegnare la leadership di una Commissione della European Table Tennis Union. Il primo Consiglio d’Amministrazione della ETTU, che si è riunito dopo l’elezione alla presidenza di Igor Levitin lo ha voluto infatti alla guida della Commissione Paralimpica. Una decisione che riempie di soddisfazione Messina e, ovviamente, il diretto interessato.

Alessandro, ti aspettavi una decisione del genere?

«Assolutamente no, sono rimasto sorpreso. Mi aspettavo al massimo di far parte della Commissione, non certamente di presiederla».

Cosa significa questa presidenza?

«Senza ombra di dubbio si tratta del riconoscimento del ruolo che la nostra città ha all’interno della Federazione Italiana e, adesso, anche nel consesso continentale. L’ETTU ha voluto premiare la FITeT con la presidenza di una Commissione e ha individuato me per assumerla».

Nello specifico paralimpico che importanza ha?

«Testimonia l’ottimo lavoro che stiamo portando avanti in questo settore. In questi ultimi anni a livello paralimpico la nostra è una delle Federazioni meglio organizzate in campo europeo e, oserei dire, anche mondiale. I risultati ottenuti dagli atleti che ho l’onore di allenare sono sotto gli occhi di tutti e la ETTU ha voluto riconoscerlo a me ed alla FITeT nell’ambito del settore paralimpico, e non credo sia casuale. Il riconoscimento alla mia persona va dunque interpretato all’interno di un ragionamento complessivo».

Però con te alla testa gli azzurri vincono molto …

«Non sono così presuntuoso da ritenermi il più bravo d’Europa, piuttosto penso di essere il rappresentante di un sistema che ha modificato il modo d’intendere il tennistavolo paralimpico in Italia, creando le condizioni per lo sviluppo di un movimento che sta dimostrando di essere molto competitivo».

«Nello stesso giorno il Consiglio Nazionale ha deliberato anche la mia conferma nel ruolo di Direttore Tecnico Paralimpico ancora per un anno. Sarò dunque io a coordinare l’attività pongistica paralimpica fino ai Giochi di Tokyo. Non c’era nulla di scontato nel mio rinnovo per il sedicesimo anno consecutivo e la coincidenza delle due belle notizie è stata per me molto particolare e gratificante».

La lettera di congratulazioni che ti ha indirizzato il presidente della ETTU, che ha affermato di non vedere l’ora di lavorare e collaborare con te, ti ha lusingato?

«Sono felice che da parte della ETTU ci sia proprio una volontà di cambiare registro e di riservare una maggiore attenzione, rispetto al passato, al nostro mondo. La Commissione era già stata creata, ma con questo mandato s’inserisce nel solco di una strategia molto più determinata a porsi dei traguardi e a raggiungerli. I vicepresidenti sono l’inglese Karen Tonge e lo svedese Dennis Lindahl e il quarto collega è il turco Emre Baskan. Karen l’anno scorso è stata confermata responsabile del tennistavolo paralimpico britannico fino al 2023».

Quale sarà dunque il tuo piano d’azione?

«Conto d’indirizzare l’attività della Commissione su tre ambiti. Sul fronte tecnico, con i colleghi, attraverso l’allestimento di stage internazionali, cercheremo di valorizzare maggiormente i top player, aiutandoli ad avvicinarsi sempre di più agli asiatici, che sono i capofila anche fra i paralimpici. Allo stesso tempo, con i medesimi strumenti, punteremo a far crescere, in numeri e in qualità, il movimento giovanile, incentivando la professionalizzazione delle nuove leve. È anche mia intenzione di proporre Lignano Sabbiadoro come Centro per un’attività europea di alto livello».

Quale sarà il secondo pilastro?

«Quello agonistico. Al momento la ETTU non organizza manifestazioni e il nostro compito sarà d’introdurre eventi continentali che possano garantire agli atleti delle esperienze utili per migliorare le loro prestazioni. Sto pensando a un Top 16 assoluto o a un Top 10 giovanile, come già accade per gli atleti olimpici».

E il terzo?

«Voglio essere molto operativo in ottica promozionale, verificando quali siano le Federazioni che, pur avendo un’attività olimpica di alto profilo, non abbiano finora investito sul paralimpico. Una volta identificate, andremo a incontrarle, per capire i motivi dell’orientamento che hanno assunto e per spiegare loro cosa fare per dare un impulso anche al nostro settore».

Anche in questa nuova esperienza sei dunque sostenuto dalla consueta motivazione a dare il massimo?

«Attraverso la Commissione, abbiamo la possibilità d’incidere sul presente e sul futuro del movimento paralimpico continentale e non lasceremo nulla d’intentato per cavalcarla fino in fondo»