FOCUS MESSINA: Tra sport moderno e… “calcio medievale”. Ed il Messina???
Gran ritorno al Medioevo!
Il Messina calcio è giunto ad un punto tale da dover far un distinguo anche tra tifosi, ci sono quelli di A, quelli di B oppure di C, oltre ad una folta schiera di agnostici repellenti al calcio nostrano. A questi si potrebbero aggiungere persino altri gruppi creati da una ulteriore distinzione tra dirigenti calcistici ed addetti ai lavori tuttofare o specializzati che siano. Insomma, una città spaccata, deteriorata da beghe intestine in cui quel che mio è mio e va bene, se, invece, è di qualcun altro meglio denigrarlo. Poi, però, esiste pure un terzo Polo, quello composto da chi vede lo sport solo, e senza misura come fonte di DANARI (… solo personale ovviamente). Basta farsi credere imprenditori, tifosi, organizzatori o selfisti di strada e campi di gioco. Personaggi ai quali, fondamentalmente, importa più il colore dei soldi che quello delle maglie ma, anche loro, talvolta, preferiscono essere scambiati per veri patrioti (tifosi) difensori dell’orgoglio cittadino. Questo sembrerebbe il riassunto dello “sportivo messinese” di oggi, del tifoso di calcio che oggi vive su queste sponde bagnate dal Tirreno ma anche dallo Ionio in un unicum con lo Stretto insidiato dal Ponte.
«L’importante non è vincere, ma partecipare» era la famosa frase di Pierre de Coubertin ma, nei tempi moderni, dovrebbe essere quantomeno aggiornata in: “si va in campo per vincere, non è detto che accada ma sarà comunque il nostro obiettivo”. Sfortunatamente, per il Messina dell’era post-Serie A, le parole “programmazione”, “obiettivo”, ma persino “settore giovanile” ed “impianti sportivi”, non hanno mai fatto parte del comune linguaggio di presidenti e proprietà che si sono alternate alla conduzione della massima società calcistica messinese.
Eppure…eppure, le rarità d’eccellenza a Messina ci sono state e ci sono tuttora, come, ad esempio, la Top Spin Messina che è stata Campione d’Italia nel 2022 nel Tennistavolo, il Ctv Messina col suo sontuoso Scudetto nel tennis e soprattutto l’Akademia Città di Messina, una realtà nata solo da 5 anni e salita ai vertici nazionali della grande Pallavolo arrivando, quest’anno, ad un passo dalla A1 e con il dichiarato intento di ritentarci il prossimo anno. Tanti meriti alla società del presidente Fabrizio Costantino che sembra stia costruendo una macchina perfetta per organizzazione (dal settore giovanile alla prima squadra) e collaborazioni, guadagnandosi così l’appoggio di una fetta importante di imprenditoria locale.
Ed il calcio? Da quella maledetta stagione del 2008 Messina ne è uscita sempre con le ossa rotte. Poche parentesi accettabili di Serie C, riguadagnata (e persa) con Lo Monaco presidente, un settimo posto con presidente Stracuzzi e nuovamente la scomparsa dopo l’avvento del trio Proto-Manfredi-Pitino. In seguito arriva lui, il presidente Sciotto: niente Sede Sociale, niente Scuola Calcio, niente interesse per Settore Giovanile, niente arredi e attrezzature di lavoro tecnico e operativo ( vedi computer, stampante e simili) niente, niente, niente….sino alla “madre degli errori”.
Fin quando trova, quasi casualmente, la formula giusta per vincere. Un professionale e vincente direttore generale, un capace direttore sportivo, un segretario stakanovista, un serio tecnico professionista con il suo staff, una struttura medica di valore internazionale, dei giocatori smaliziati e capaci, poche figure di contorno ma tutte a remare in un’unica direzione e…si vince. Poi? Poi la giostra ricomincia, si distrugge tutto e… si ricomincia con il niente, di nuovo. Nessun chiaro obiettivo, nuovi personaggi di quelli che si battono il petto per una “fede” (o per altro?), falsi profeti, “professionisti” del trash, rimasugli etnei, procuratori del…curling, smemorati professionisti di etica e deontologia e…vendite farlocche o presunte farlocche, ovviamente mai definite.
E, mentre alcuni si chiedono quale sarà il prossimo immediato futuro del calcio a Messina… altri sperano che qualcuno magari si possa affidare ad uno studio di intermediazione (a Milano, a Roma…certamente non al mercato rionale) dando mandato per la ricerca di imprenditori che manifestino interesse per questa città e per i suoi colori riportando professionisti pallonari interessati ad ottenere vittorie e “non solo” consensi di immagine e/o vantaggi economici.
Sperando in un giorno migliore con società, tecnici, giocatori veri, media, tifosi e l’importante provincia in cui torni in una unica voce unita ed
In attesa di pronta guarigione….
…se son rose fioriranno
Post scriptum: gli impianti sportivi comunali devono essere perfettamente fruibili attenendosi ai regolamenti federali delle relative leghe. Quindi, non è procrastinabile che un impianto come lo “Scoglio”, con tanto di uffici e foresteria, resti senza custodia ed accessibile a chiunque, giorno e notte con cancelli aperti, anche in caso di guasti. Sino a qualche tempo fa la società calcistica si faceva carico della guardiania. Docce, illuminazione, impianto elettrico devono essere costantemente attivi e con operai responsabili della loro continua manutenzione.
Che l’Amministrazione Comunale se ne faccia una ragione
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