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Covid-19 | L’ottimismo dell’infettivologo siciliano Cascio: “Sicilia e Sardegna potrebbero ripartire prima…”

Il 3 maggio dovrebbe finire il lockdown, bisogna cominciare a pensare al domani ed è in quest’ottica che l’intervista del professor Antonio Cascio rilasciata al PalermoToday.it può fornire un quadro illustrativo di quello che dovrebbe accadere nei prossimi giorni con la remissione del contagio del Coronavirus.

Il Prof. Cascio si è laureato in Medina e Chirurgia il 20 Luglio 1987 con il massimo dei voti 110/110 e la lode presso l’Università di Palermo, successivamente si è specializzato in Pediatria ed in Malattie Infettive

Prof. A.Cascio

presso lo stesso Ateneo. Dal 2001 è Professore Associato di Malattie Infettive in servizio presso l’Università di Messina. Dal 2015 è Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Palermo. Dall’Aprile 1990 ha prestato servizio presso la UOC di Malattie Infettive c/o l’ Ospedale pediatrico “G. Di Cristina” di Palermo in qualità di assistente medico, e successivamente (1-1-1994) in qualità di Dirigente Medico I livello di ruolo a tempo pieno fino al 6-5-2001. Dal 7-5-2001 al 22-2-08 ha prestato servizio presso la UOC di Malattie Infettive del Policlinico di Messina in qualità di Dirigente Medico svolgendo anche le funzioni vicariali del direttore. Dal 23-2-08 al 28-6-09 è stato responsabile della UOS di Parassitologia. Dal 29-6-09 al 12-11-2011 è stato responsabile dell’ambulatorio di Parassitologia e Medicina Tropicale. Dal 13-11-2011 è Responsabile del Programma interdipartimentale di Infettivologia Speciale, Medicina Tropicale e delle Migrazioni e Parassitologia (delibera n. 138/11 e successive). Dall’1-1-2014 al 31-10-2015 è stato Responsabile della UOC di Malattie Infettive della AOU Policlinico “G. Martino” di Messina. E’ stato Componente del CIO dell’ AOU Policlinico “G. Martino” di Messina (Comitato Infezioni Ospedaliere) fino al 2015. Dall’1-11-2015 è Direttore della UOC di Malattie Infettive e del Centro regionale di Riferimento AIDS presso la AOU Policlinico “P. Giaccone” di Palermo. L’attività scientifica del Prof. Cascio è documentata da più di 350 pubblicazioni riguardanti argomenti di Fisiopatologia, Epidemiologia, Clinica e Terapia delle Malattie Infettive e Parassitarie.

In questo momento come vede la situazione in Sicilia?
“In Sicilia le cose vanno bene, si registrano tutto sommato pochi casi. Ritengo che con un pizzico di buona volontà si potrebbe uscire presto da questa prima fase. Ovviamente appena riprenderanno gli spostamenti da una regione all’altra, con navi e aerei, il rischio che chi arriva da fuori possa portare nuovamente il virus ci sarà e a quel punto si ricomincerebbe da capo. Se i confini continuano a rimanere chiusi, sono fiducioso, ma sappiamo che così non potrà essere in eterno”.

Dalla sua risposta si comprende implicitamente che la malattia potrebbe arrivare da altre zone d’Italia…
“Sì, purtroppo in altre zone del Paese le stime non sono buone invece e sono ancora tanti i morti. Ci sono aree del Nord dove la situazione è ancora fuori controllo”.

E’ giusto quindi, come stanno ipotizzando in molti, ripartire a questo punto in maniera differenziata in base alla diversa situazione di ciascun territorio?
“Certo, si dovrebbero fare politiche differenziate e sicuramente regioni come la Sicilia o la Sardegna, per esempio, che sono di per sé isolate, con traffici contenuti, potrebbero ripartire ben prima di altre.

In Germania il 4 maggio riapriranno le scuole, così come in altri Paesi europei. Solo in Italia si ipotizza che forse questo potrà avvenire addirittura a settembre. Dal suo punto di vista è giustificato? In Sicilia, sulla scorta di quanto ha appena spiegato, si potrebbero riaprire le scuole?
“Non è semplicissimo fare delle previsioni. Io sono ottimista e non vedo grandi rischi alla riapertura delle scuole in Sicilia. Magari con i bambini più piccoli può essere più complesso in quanto è difficile che riescano da soli a mantenere il distanziamento sociale, ma per quanto riguarda per esempio le superiori si potrebbe ripartire tranquillamente”.

Per ripartire, ovviamente, occorrono delle misure di sicurezza dalle quali ormai non potremo più prescindere. Può ricordare quali sono in generale i migliori meccanismi di tutela? E visto che si stanno registrando anche aggressioni a chi non indossa la mascherina, che non è obbligatoria, può dire se è davvero utile indossarla?
“La prima regola è il distanziamento sociale e la disinfezione costante delle mani, nonché evitare di toccarsi il volto proprio con le mani. Se sono sfavorevole all’uso dei guanti, ritengo invece che, soprattutto nei luoghi chiusi, dove non si può con facilità mantenere la distanza, la mascherina vada indossata. Ci consente di proteggere gli altri se siamo affetti dal Covid-19 anche senza saperlo e in parte tutela anche noi stessi. E’ chiaro che siamo in una fase di transizione e che molte persone stanno sviluppando paure e fobie e credo che bisogna avere rispetto anche per questo”.

Si è riaperto il dibattito sulla corsa. E’ davvero pericoloso correre da soli?
“Trovo del tutto inutile limitare la corsa praticata da soli, non costituisce alcun rischio di contagio. Se anche il podista fosse un asintomatico, le sue gocce di sudore si disperderebbero nell’aria e, mantenendo la distanza dagli altri, non costituirebbero alcun pericolo. Questo tipo di attività non può che farci bene. Anche andare in spiaggia da soli non costituisce alcun rischio e anche in questo caso le limitazioni mi lasciano molto perplesso”.

A proposito di spiagge, pensa che sarà possibile andare al mare tra qualche mese?
“Ritengo che se si riescono a garantire le distanze tra le persone è anche questa una cosa che può farci bene. Peraltro ci si troverebbe all’aria aperta dove comunque i rischi di contagio sono minori. Escludo l’uso dei guanti, ma la mascherina, ancora una volta, laddove non si possono mantenere le distanze, diventerebbe invece utile”.

Secondo lei potrebbero esserci rischi di trasmissione del virus mentre si fa il bagno a mare, visto che comunque la nostra saliva e il nostro sudore, per esempio, finiscono in acqua?

“No, lo escludo perché nel mare il virus si diluirebbe e la sua carica sarebbe molto bassa, se non inesistente”.