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Ciao 2020. Ora puntiamo sulla speranza

E così è andato via anche il Santo Natale. Fra mancati abbracci, tradizionali banchetti fra parenti e amici, la festa più bella dell’anno ci ha salutato.
Un 25 dicembre che si è svolto in mezzo alla pandemia e alla paura, ma con tanta voglia di mettersi alle spalle tutta questa sofferenza.
Tanti non hanno potuto abbracciare o vedere i propri genitori, anche per le restrizioni imposte, tanti anche se a pochi chilometri di distanza non hanno potuto attraversare lo Stretto per stare con la propria famiglia insieme al padre o alla madre rimasti da soli.
Parliamo di Messina e Reggio, due città dove i pendolari non vanno solo a lavorare, ma hanno anche affetti e ricordi.
Pazienza. Il 25 è alle spalle, si continuerà ad accendere le lucine di alberi e presepi sperando di esorcizzare questo periodo drammatico che ha visto tanta gente morire, anche non anziana e tanti piangere. In mezzo a tutto questo, altre tragedie e altre malattie. Un 2020 che vogliamo salutare al più presto, riponendo le nostre speranze sull’arrivo del vaccino anti Covid e soprattutto sperando che ci si possa tornare ad abbracciarsi a stringerci la mano con gli amici veri e a poter circolare tranquilli senza fogli e foglietti.
Sperando che un colpo di tosse sia soltanto un colpo di tosse e che la febbre sia la solita influenza.