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Chiude il “Domenico Savio”, ma non il cuore dei suoi ragazzi

Quanto era bello andare all’oratorio, al “Domenico Savio”. La via Lenzi, territorio di conquista per tutti i ragazzi che avevano voglia di ritrovarsi per scambiare quattro chiacchiere, di giocare a calcio, a ping pong, a volley, a basket e a tanto altro.

E poi, i vari gruppi. I Diapason, gli Scout, i gruppi di preghiera, la Pgs. Nell’atrio si attendeva l’orario di apertura per passare un pomeriggio in tranquillità, gioia e familiarità. Per i ragazzi era una seconda casa, una parte di loro. Il lunedì, giorno di chiusura, era triste, come se mancasse qualcosa.

Tanti i preti salesiani che hanno lasciato il segno. Tante le tradizioni religiose che sono rimaste nel cuore di chi ha avuto la fortuna di frequentare il Domenico Savio negli anni d’oro. Periodi in cui non esistevano tablet, computer, play station o altro, ma bastava un sorriso e un abbraccio per vivere una giornata sana. Quelle che adesso latitano. E poi il momento di preghiera che avveniva nel bel mezzo del pomeriggio, si interrompeva qualunque cosa per riunirsi in mezzo al cortile cinque minuti per ringraziare Don Bosco.

Una parte della storia di Messina che non si è saputo salvaguardare. La storia dei messinesi, la storia di tanti di noi che hanno avuto un prete come amico e un pallone come alleato. Il compagno di tanti inverni e di estati trascorse al cinema all’aperto e con il Grest. L’oratorio delle gite per le castagne e della scuola, una delle prime di Messina.

Il Domenico Savio non si potrà cancellare con un colpo di spugna perché ha cresciuto tante generazioni, tanti ex allievi che in giro per il mondo, non hanno mai dimenticato momenti che hanno toccato il loro cuore.

Adesso non rimane che chiudere quella porta di legno che quando si apriva regalava ciò che tutti i ragazzini sognavano. Addio corridoio scintillante di voci fanciullesche. Niente sarà come prima, antichi valori, frutto di radici incontaminate che volano via in cerca di altri lidi con porte simili. Cambiano i tempi e le esigenze, ma il “Domenico Savio” sarà sempre la casa di chi crede nella vita.