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Acr. Murianni, vice di Cazzarò: “Io e il mister due tarantini veraci con voglia di vincere”

La nostra redazione quest’oggi è riuscita a contattare il vice di mister Cazzarò, Vincenzo Murianni, intrattenendosi un poco con uno degli uomini più importanti dello staff per gli equilibri della squadra. Una breve ma piacevole conversazione, con una figura altamente interessante, in particolar modo dal lato umano, che si è mostrato essere onesto, leale e con tanta voglia di fare bene il proprio lavoro, un vero e proprio uomo del Sud Italia, un tarantino verace che non le manda certo a dire.

Chi meglio di lei può dire chi è realmente mister Cazzarò? Quali sono i pregi e i difetti?
Io e il mister ci siamo ritrovati dopo quasi 40 anni, ci conoscevamo da ragazzi ma poi ci siamo persi perché abbiamo intrapreso strade differenti, lui nel calcio e io nel mondo dell’imprenditoria, come ristoratore. Io sono comunque rimasto nel calcio, coltivando la mia passione prima in categorie minori da calciatore e poi da allenatore, sempre nella zona di Taranto e dintorni.  Ero già al Taranto nello staff di Cozza, quando il mister venne poi esonerato arrivò Cazzarò, che per primo chiese la mia conferma. Così ci siamo ricongiunti. Ora eccoci assieme anche qui. Magari la piazza messinese avrebbe voluto un nome più blasonato, ma Cazzaro’ è un allenatore come pochi in circolazione, vedrete. Preparato, umile e attento. In più umanamente è il top per la gestione di uno spogliatoio, della stampa, insomma di un ambiente intero. Al Taranto fece miracoli con una squadra non proprio di altissimo livello ed una situazione particolare attorno alla società. Per i miracoli fatti non ci hanno trattato bene, è stata una fine dei rapporti non proprio idilliaca.

Come si sente lei e il resto dello staff a pochi giorni dall’inizio di questa avventura?
Sono carichissimo, ho trovato gente motivata, come gli stessi tifosi, disposti ad una tregua per il bene del Messina. Sono stato anche ultras del Taranto, so dunque come ragionano le tifoserie, in particolar modo al Sud, dunque questa predisposizione verso la squadra è apprezzabile. Io personalmente ho molta voglia di rivalsa. Abbiamo un ottimo staff, un preparatore dei portieri, Raffaele Cataldi, che con tutto il rispetto per me è tra i primi in Italia. Insomma siamo tutti pronti e preparati.

Che squadra sta nascendo secondo lei? Pronta per obiettivi importanti?
Il Messina lotterà per vincere logicamente. Abbiamo preso fino ad oggi i giocatori che volevamo, funzionali al modo di giocare che abbiamo in testa. Ci siamo assicurati diversi under preziosi in questa categoria, ed interessanti, più qualche altro bel giocatore importante. Per noi prima vengono gli uomini e poi i calciatori. Così un progetto serio può decollare. La squadra comunque grazie all’operato grandioso del Ds Obbedio per il 70% è fatta e pronta per questo ritiro, sicuramente arriverà qualche altro bel giocatore, due o tre ciliegine sulla torta. Ci serve numericamente un attaccante perché ancora lì siamo pochi, un altro difensore e un portiere, qui le anticipo che potrebbe arrivare un top nel ruolo.

Che impressione ha avuto del presidente e della dirigenza tutta, dell’Acr Messina?

Le ripeto, una sensazione più che positiva da parte di tutti. Si vede che dai dirigenti ai tifosi, tutti hanno in testa il bene del Messina. Vedo gente preparata che sa di calcio. Per quel che riguarda il presidente Sciotto, mi è dispiaciuto vedere una persona realmente ferita, che ha cercato solo di fare il bene del club, peccando per sua stessa ammissione, di presunzione all’inizio, ed affidandosi a gente evidentemente non all’altezza dopo. Vuole vincere e dimostrare.
Ho avuto dei contatti anche con il figlio Paolo e con tutta la dirigenza in generale, ribadisco il concetto, sono rimasto felicemente colpito da tutti. Per quel che riguarda il Ds Obbedio è un grande, umanamente e professionalmente. Ha una preparazione sui giocatori incredibile.

Avete dei moduli preferiti e un’idea di gioco che questa squadra dovrà far vedere?
Guardi noi ne abbiamo utilizzati di diversi in passato, ora comunque ci stiamo orientando su di un 3-4-1-2 o al massimo 3-4-3, con Crucitti trequartista, un giocatore brevilineo, dotato di un piede magico. Un calciatore che io e il mister abbiamo avuto a Taranto, apprezzando le sue doti da atleta e umane. Su mia intuizione lo provammo da trequartista, esperimento riuscito e poi progredito altrove, in altri club, lo dimostrano le grandi prestazione fatte e il gran numero di gol realizzati in queste stagioni in quel ruolo.

Per quel che riguarda il possibile girone del Messina, pensate alle possibili squadre che potreste incontrare oppure guardate solo a voi stessi?
È normale che certe squadre come il Bari dello scorso anno, possano da subito attirare l’attenzione e indirizzare il campionato, ma dobbiamo pensare solo a noi. A Messina bisogna pensare ad una stagione trionfale è ad una classifica da vertice. Bisogna partire forte e fare punti pensati da subito, raccogliendo fieno in cascina utile nei momenti più bui che fisiologicamente arriveranno.

Per quel che riguarda le strutture del Camaro messe a disposizione, che cosa ne pensa? Che intendete fare con i giovani talenti neroverdi, ne aggregherete qualcuno alla prima squadra?

Una struttura così a Taranto la sognavamo. Ci allenavamo in un campo di terra. Livello dell’impianto altissimo. Per quel che riguarda i giovani talenti del Camaro, alcuni, credo 3 o 4, verranno per il momento aggregati alla squadra, poi si vedrà.

Infine sul nuovo dualismo cittadino probabilmente esasperato da noi media e tifosi sui social, si è così espresso su nostra esplicita domanda.

Cosa ne pensa di questa nuova rivalità cittadina tra Acr e Fc?
Penso che certe cose non dovrebbero accadere, perché se invece di fare due squadre se ne fosse fatta una, per il bene della città, sarebbe stato meglio. In ogni caso non esiste dualismo, sono situazioni nate e progredite all’esterno attraverso la stampa e i social. Io credo che ci dovremo aiutare a vicenda, inutile farsi la guerra. Una sana collaborazione per il bene di tutti. Poi i tifosi giudicheranno l’operato. Io sono sicuro che come a Taranto, dove portammo dagli iniziali 800 a 12000, il numero dei tifosi allo stadio, anche qui, dopo le prime partite fatte bene, ci seguiranno in tanti.