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Acr Messina: si rischia di entrare in un tunnel senza uscita. Tifosi rassegnati!?

I giorni passano e, mentre anche in serie B arriva uno scossone del presidente Vigorito che minaccia di non iscrivere al campionato il Benevento, a Messina tutto tace. Il presidente Sciotto ha già manifestato la chiara intenzione di mollare ma all’orizzonte non sembrano esserci imprenditori interessati a continuare la sfida, né locali tanto meno “stranieri”.

In una precedente intervista il patron del Messina aveva dichiarato di lasciare una società sana con un settore giovanile importante.

In realtà, le dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta del Sud dallo stesso presidente Sciotto dicevano qualcosa di diverso e cioè che “bisogna saldare tre mensilità entro il 22 giugno ed in più versare gli F24 contributivi” ma il cronista  specificava  “da dicembre a giugno dopo proroga della Lega Pro”. In pratica, la società non avendo versato i contributi dei tesserati sin dal mese di dicembre ha richiesto una proroga concessa dalla Lega ma che non esclude del tutto l’eventuale comminazione di ammenda e penalizzazione in termini di punti.

Quanto detto, invece, sul Settore Giovanile potrebbe non essere precisamente come descritto, in quanto la società del presidente Sciotto aveva stipulato un accordo con la Fair Play e l’Aga Messina, società per cui sono tesserati molti dei ragazzi utilizzati dall’Acr Messina per la partecipazione ai campionati di categoria e, quindi, per rimanere in giallorosso la società dilettantistica potrebbe chiedere alla società professionistica che, per ogni suo tesserato, le venga pagato  il consistente “premio preparazione” stabilito dalla Figc.

Altra importante specifica comprende il parco giocatori con contratti pluriennali che l’eventuale nuova proprietà dovrebbe accollarsi o, qualora quei giocatori non rientrassero nei piani societari, portare a rescissione  accordandosi con presumibili transazioni economiche.

Quindi, di fatto chiunque volesse subentrare all’attuale proprietà farà le sue valutazioni anche in considerazione di queste criticità che, in termini economici, potrebbero annullare qualsiasi altra richiesta della proprietà per la cessione.

Ogni tentativo esterno, appelli, atti a spingere la proprietà e/o la città a prendere in mano la situazione potrebbe risultare vano proprio per gli aspetti economici e strutturali confermati dalla stessa società giallorossa. Considerando che, come si evince dalle stesse dichiarazioni del presidente, anche riprendere da dove si era terminato sarebbe comunque difficile.

Intanto il tempo passa, ma il 22 giugno resta una scadenza improrogabile, mentre la tifoseria organizzata sembra mostrare segni di insofferenza e quasi di rassegnazione.